policoro
  La rivolta dei segnali stradali
 
C'è chi si stanca persino d'avere sempre la stessa faccia, figuriamoci i cartelli della segnaletica stradale, sempre uguali, a indicare giorno e notte le stesse cose. Il primo a stancarsi fu il segnale di senso obbligatorio. Girò la freccia in senso verticale, indicando cosi il cielo. Finalmente disse, posso sgranchirmi un pò, non ne potevo più. Ma per gli autisti fu un problema. 

E ora dove andiamo. Tutte le auto, infatti, dovettero fermarsi, salvo quelle che sapevano volare. Anche gli altri segnali lo imitarono. Alcuni di circolazione vietata divennero conversazione vietata, e per certe strade nessuno potè più aprire bocca, pena una contravvenzione. Altri segnali di «Circolazione vietata» si tolsero finalmente la soddisfazione di mettersi addosso il disegno d'un pedone, cosi nessuna persona poté piu passare per quelle strade, e in breve tempo tra il selciato spuntò l'erba. Erano sopratutto i segnali di divieto, sempre le stesse cose, a divertirsi a cambiare.


Gli autisti trovarono cosi il Divieto di frenata e non vi dico gli scontri che ci furono; il 
Divieto di sosta divenne divieto di posta, e nessuno potè più scrivere o ricevere lettere e cartoline; in certe strade i pedoni dovettero poi camminare guardando sempre avanti, per via del Divieto di voltare la testa.
Vicino a una scuola apparve persino il Divieto di compasso; le auto poterono cosi sorpassare liberamente, ma gli alunni dovettero tracciare a mano i circoli, e nessuno si dimostrò bravo quanto Giotto. Tutti i segnali di Parcheggio si misero infine d'accrodo di diventare segnali di Ormeggio», e gli autisti furono costretti a legare con una corda le auto ai lampioni.
 
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