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  POLAR EXPRESS
 
Mancano cinque minuti a mezzanotte. La mezzanotte della notte di Natale. Un bimbo non riesce a dormire. E' la notte più importante, per lui, la notte della svolta: non crede più all'esistenza di Babbo Natale, tanto da non aver voluto scrivere la letterina con le sue richieste per i regali. D'improvviso, il suono di una campanellina lo fa sobbalzare, ma è solo il cappello da Babbo Natale di suo padre, che sta mettendo a letto la sorellina. Pochi minuti dopo, però, un altro rumore lo fa correre fuori del letto: un enorme treno a vapore si è fermato nel giardino di casa sua, proprio davanti la porta di casa.

E' il Polar Express, destinazione Polo Nord, dove i passeggeri avranno la possibilità di incontrare Babbo Natale in persona. Stupito e un po' scettico, il ragazzo decide di salire, iniziando così un fantastico viaggio. Talmente fantastico da non poter essere sicuri si tratti di realtà o solo di un sogno. Tratto dal libro per bambini di Chris Van Allsburg che papà Robert Zemeckis aveva l'abitudine di leggere al figlioletto ogni sacrosanto Natale, Polar Express è la prima incursione nel mondo dell'animazione del regista che più di ogni altro ha saputo piegare gli effetti speciali alle necessità di sceneggiatura.
Proprio in questa occasione finisce per farsi prendere la mano dalle possibilità offertegli dai computer e confeziona un prodotto, capace di stupire. Tra una corsa sulle montagne russe ed un balletto alla cioccolata, tra un biglietto a mò di piuma di Forrest Gump ed uno stuolo di elfi dal curioso accento, il film riesce ad avere uno spessore convincente e scorre via incantando lo spettatore. Chiaramente indirizzato ad un pubblico infantile, Polar Express è una lunga sequela di lezioncine morali che dovrebbero portare i bambini a riassaporare il vero spirito del Natale e ad iniziare a capire qual è il verso giusto per affrontare la vita.
L'interesse nei confronti di questa pellicola finisce per esserci anche da parte degli adulti, che si stupiranno di vedere Tom Hanks interpretare sei ruoli diversi, mentre al loro fianco i bimbi faranno  poca fatica a rimanere svegli. Con The Polar Express il cinema rinnova ancora una volta la sua magia. Un prodigio di immagini e colori, una meravigliosa girandola di emozioni e di scene mozzafiato, di personaggi toccanti ed ispirati, un prodigio di tecnica e sentimento che ci riconciliano con questo straordinario miracolo che è il cinema. E' quasi un peccato che l'ultimo film di Robert Zemeckis debba essere rilegato nella ristretta casella dei film natalizi. Perchè l'opera ha tutte le qualità del capolavoro. A partire dalla storia, edificante ed intelligente, tratta dal libro di Chris Van Allsburg che narra di un bambino che alla soglia dell'adolescenza, la notte di Natale, è tormentato dal dubbio circa l'esistenza dai Babbo Natale. All'improvviso, sente un rumore di ferraglia provenire dal giardino di casa. E' un treno magico che sotto la neve si è fermato per condurlo, assieme ad altri bimbi, al polo Nord dove Babbo Natale sta per partire per recare i consueti doni natalizi.
Dopo mille peripezie, spericolate discese sulla neve, altissimi ponti sospesi sul nulla, rincorse sul tetto del treno sotto la tormenta, giungerà a destinazione dove imparerà che solo credendo potrà ancora sentire il tintinnio delle campanelle delle tanto attese renne della slitta. Girato interamente con la tecnica del motion capture, mediante la quale vengono riprese tutte le movenze e tutte le espressioni di attori in carne ed ossa per poi digitalizzarle ed inserirle in scenari creati col computer, il film esalta le qualità di Tom Hanks che interpreta ben cinque personaggi.
Un vero mattatore, ma discreto e per nulla invadente. Zemeckis conduce il film sempre con estrema attenzione al ritmo che non ha mai cadute, anzi, in alcuni momenti subisce improvvise impennate che creano una notevole suspence come ad esempio la scena della vertiginosa discesa del treno ormai privo di freni. In altri momenti, invece, strizza l'occhio alla tradizione dei film di animazione regalandoci una gustosissima scena in pieno stile musical dove degli sfrenati camerieri ballerini servono il cioccolato ai bambini sul treno.
Il prodotto funziona anche nei momenti più riflessivi dove il gusto pittorico del regista americano affiora nei riferimenti più o meno palesi alle opere di artisti del nostro secolo. Da ricordare la scena finale dell'immensa piazza ricolma di Elfi danzanti alle musiche di un mega arrangiamento dei più famosi motivi natalizi. Gli Elfi, poi, che parlano in dialetto, sono il risultato di una scelta azzeccatissima.
 
 
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