policoro
  La scomparsa di Artu
 
Mordret, il figlio illegittimo di Artù, aveva un anima subdola, sempre rosa dalla gelosia e dall' ambizione; egli mal sopportava la fama di cui godevano tanti cavalieri della Tavola Rotonda più valorosi di lui, e nel segreto del suo anima aspirava a sottrarre il potere regale al padre e ad appropriarsene. L' occasione propizia per mettere in atto i suoi vili propositi giunse allorché Artù, dovendo partire per combattere Lancillotto, gli affidò il compito di governare temporaneamente il paese. Mordret ne approfittò per stringere alleanza con tutti i nemici del regno della Grande Bretagna: Sassoni, Scozzesi e Irlandesi accorsero sotto le sue insegne, preparandosi a vendicare le ripetute sconfitte subite a opera di Artù. Avvertito del pericolo che lo minacciava, questi riorganizzò le sue forze, già assai indebolite dalla durissima guerra sostenuta contro Lancillotto, e in pochi giorni, lasciata la Gallia, ,sbarcò sulle coste della Grande Bretagna. Lo scontro fra i due eserciti avvenne nella pianura di Salisburgo, e fu terribile.

Le truppe di Mordret erano molto più numerose, ma quelle di Artù erano superiori per coraggio e prodezza, soprattutto perché a condurle erano i cavalieri della Tavola Rotonda. I nemici, disposti su due lunghe file, si fronteggiarono immobili per alcuni interminabili minuti, poi, ad un suono di tromba, i guerrieri di Mordret si lanciarono all'attacco, subito imitati dalla schiera avversaria. Il primo urto fu rovinoso e disseminò il terreno di morti. Mai si era vista una battaglia così sanguinosa: poche ore dopo l'inizio, la maggior parte dei combattenti giaceva a terra, e la Bretagna perse in quel giorno i suoi più valenti gentiluomini. Nella tarda mattinata, Artù ritirò la sua schiera per concedere un po' di riposo ai soldati, poi, postosi dinanzi a tutti, ordinò l'ultimo decisivo assalto. La mischia fu talmente furibonda che in poco tempo solo il re e il figlio traditore rimasero a fronteggiarsi. Mentre la terra era fumante per il sangue che la inondava, i due si lanciarono l'uno contro l'altro: Mordret immerse profondamente la spada nel fianco del padre, ma la lancia di Artù lo passò da parte a parte, aprendo una ferita così ampia che attraverso di essa passava la luce.

Entrambi gli avversari caddero a terra, ma mentre Mordret vi rimase per sempre, Artù riuscì faticosamente a rialzarsi. Risalito a cavallo con uno sforzo supremo, si diresse verso la riva del mare, dove rimase per qualche ora immobile guardando l'orizzonte. Finalmente sulle onde spuntò una nave agile e leggera che si accostò dolcemente alla spiaggia. Essa era piena di donne giovani e piacenti, fra le quali il vecchio re riconobbe la fata Morgana, che lo invitò subito a salire a bordo. Egli obbedì, e non appena ebbe messo piede sul ponte, la nave riprese il mare e scomparve in pochi minuti.
Vi è chi dice che essa si sia diretta verso l'isola di Avalon, dove Artù ancora vive, e dalla quale forse un giorno tornerà per riprendere il suo posto alla Tavola Rotonda.
 
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