policoro
  Il giovane cavaliere
 
Molti anni trascorsero e la fama della Tavola Rotonda conquistò il mondo. Da ogni parte del regno e anche da terre lontane i visitatori giungevano a frotte per vedere la corte di Camelot, di cui cantavano ormai i trovatori nei castelli e i giullari nelle piazze. Innumerevoli furono le imprese compiute dai nobili cavalieri di Artù in difesa dei deboli e degli oppressi; dovunque qualcuno subisse prepotenza, lì un prode guerriero con le insegne del re di Bretagna giungeva a ristabilire la giustizia. Il saggio e valoroso sovrano teneva corte allargata per ben cinque volte l'anno, a Pasqua, all'Ascensione, a Pentecoste, a Ognissanti e a Natale. In queste occasioni la città di Camelot era sede di splendide feste, nel corso delle quali i valorosi gentiluomini mostravano la loro maestria nel cavalcare e nel maneggiare le armi davanti a uno stuolo di forestieri colmi d'ammirazione, che ben volentieri avrebbero dimenticato le loro case e si sarebbero stabiliti per sempre a Camelot, se fosse stato loro possibile.

Nessuno si sorprendeva dunque, a corte, nel vedere gente sconosciuta camminare per le vie della città o entrare con rispetto nel castello, tuttavia molti furono colti da stupore di fronte all'insolito corteo che una sera, la settimana precedente la festa di san Giovanni, varcò le porte della capitale. Aprivano la fila due pesanti e robusti cavalli, ognuno dei quali trascinava un carro. Sul primo, ben ripiegate, si trovavano le splendide stoffe con cui erigere una grande tenda; sull' altro due casse che contenevano meravigliosi abiti da cavaliere. Seguivano quattro valletti montati su agili palafreni, che portavano le varie armi da cui è costituita un'intera armatura. Dietro di loro una lunga fila di scudieri e di soldati. Chiudevano il corteo una dama di straordinaria eleganza e un giovane dal nobile portamento, accompagnati da tre piacenti fanciulle che scherzavano amabilmente fra loro. A stupire gli spettatori non erano soltanto la ricchezza dell' abbigliamento e l'avvenenza dei personaggi, ma, più ancora, il fatto  che tutti gli abiti, le armi e gli  stessi cavalli erano bianchi, immacolati come la neve. Avvertito dell'arrivo inatteso, il  re volle recarsi incontro agli ospiti nel cortile del palazzo. La sua meraviglia, già grande, aumentò ancora nell'osservare gli splendidi paramenti della cavalcatura sulla quale la dama gli si stava avvicinando. Una lunga gualdrappa di seta ricopriva il piccolo ma ben proporzionato palafreno; d'argento era il morso, mentre sulla sella - d'avorio come le staffe erano incise con mirabile arte scene che raffiguravano donzelle e cavalieri. L'affascinante signora si staccò dal corteo e, giunta davanti al re, gli rese il saluto che questi per primo le aveva rivolto.
Nobile sovrano, gli disse il mio nome vi è certamente ignoto, ma sappiate che nella mia terra, assai lontana da Camelot, le genti mi chiamano con l'appellativo di Dama del Lago. Ho percorso un lungo cammino per domandarvi un favore che spero non vorrete negarmi, poiché vi conosco come uomo che non ha eguali per generosità e cortesia. Non abbiate timore: replicò prontamente Artù prometto fin d'ora che se ciò che mi chiederete non sarà contrario al mio onore, ogni vostro desiderio sarà esaudito. Acconsentite a fare cavaliere questo giovane che è al mio fianco, e non avrò niente altro da domandarvi. Siate certa che già domani egli potrà sedere a fianco dei cavalieri della Tavola Rotonda. Udita questa promessa, la dama si congedò e a nulla valsero le preghiere del re affinché accettasse ospitalità nel palazzo. Il giovane volle però accompagnarla per un tratto fuori dalle mura, sulla strada del ritorno. Cavalcavano a fianco a fianco in silenzio, immersi nei loro pensieri, quando a un tratto la donna, riscuotendosi, cominciò a dire: Ora che le nostre strade si dividono, sappiate che voi non siete mio figlio. Ben più nobile è il vostro lignaggio, a tal punto che pochi uomini sulla terra possono vantarne uno uguale. Un giorno conoscerete il nome dei vostri genitori, ma prima di allora dovrete rendervi degno di quel nome.
Sappiate essere valoroso e leale come siete bello: grandi onori vi attendono e, se il vostro cuore si manterrà puro, compirete imprese che nessuno, fino ad ora, ha mai osato tentare. E ricordate: se qualcuno domanderà il vostro nome, dite che non lo conoscete. Pronunciate queste parole, con le lacrime agli occhi baciò teneramente il giovane, che restò a lungo a guardarla mentre essa si allontanava con il suo seguito verso l'orizzonte.
 
 
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