policoro
  La festa dei folletti
 
Molto tempo fa, c'era una ricca fattoria che apparteneva ad una vedova dal cuore duro ed a sua figlia, perfida e brutta. In casa loro non mancava nulla, la dispensa era ben fornita e gli armadi erano pieni di lana ben tessuta. Ai servi, invece toccavano croste di pane, stracci e parole cattive, perché madre e figlia erano avare e cattive come nessun altro. Ce l'avevano soprattutto con una delle loro serve, Helga, che era la ragazza più graziosa della fattoria. Qualunque cosa facesse trovavano il modo di rimproverarla e punirla e quando arrivò la vigilia di Natale, decisero di lasciarla a casa, mentre loro e gli altri servitori sarebbero andati alla messa di mezzanotte e poi a veglia da certi vicini. Ma Helga che era buona e paziente, non protestò e non pianse; sbrigò in silenzio le sue faccende e poi sedette accanto al fuoco a cucire. Dopo un po' entrò in cucina una bimbetta dall'aria triste  ed affamata con un scodellino in mano che le chiese un pezzettino di carne. Povera piccola, tu non lo sai, ma in questa casa i mendicanti sono trattati peggio dei cani e non c'é niente per loro disse Helga alla bambina. Ella però la guardò con occhi così disperati che Helga non seppe resistere e le mise nello scodellino una bella fetta d'arrosto dicendo: Dirò alla padrona che sono stata io a mangiarlo, tanto di botte ne prendo ogni giorno e qualcuna in più non la sentirò nemmeno. La piccola scappò via tutta contenta ed Helga che guardava dalla finestra si accorse che i suoi piedini non lasciavano impronte sulla neve. Poco dopo la ragazza la vide tornare insieme ad una folla di piccole creature, che in un attimo invasero la cucina e si sedettero ovunque, sulle credenze, sul pavimento, sulle travi del soffitto e sui davanzali delle finestre. Poi gli strani ospiti cominciarono a divertirsi con scherzi e giochi d'ogni genere senza badare ad Helga che continuava a cucire facendo finta di nulla. Ormai l'aveva capito, quella era la festa di Natale dei folletti, una festa che pochi uomini al mondo hanno visto, e che pochissimi hanno potuto raccontare. Venne l'ora di mungere le bestie e la ragazza si alzò dallo sgabello, ma non riusciva a raggiungere la porta per via della gran folla, quando si fece avanti una donnina che, con voce acuta, ordinò agli altri di far spazio ad Helga e di lasciarla passare. Subito i folletti obbedirono e la servetta poté andare nella stalla, dove incominciò a riempire i secchi di latte.Ad un certo punto si sentì salutare e, voltandosi si trovò accanto la donnina che sorridendo disse: Ti ringrazio per aver dato un boccone di carne alla mia bambina e grazie anche per non aver fatto caso a noi di là in cucina; ci piacciono tanto le case degli uomini e il bel caldo del fuoco, ma la gente ha la cattiva abitudine di cacciarci via battendo le mani se appena ci azzardiamo a mettere il naso dentro. Siccome hai fatto un favore a me ed un altro a tutti noi, eccoti un regalo che ti verrà utile, perché andrai sposa prima di quanto non pensi. Poi la donnina le diede un gran rotolo di stoffa e se ne tornò alla festa che continuò fino all'alba. Solo allora i folletti se ne andarono, lasciando Helga seduta accanto al camino ad ammirare i bellissimi vestiti e la cintura d'oro che aveva avuto in dono. Quando la gente della fattoria arrivò, Helga si mise a raccontare tutto l'accaduto e le padrone avrebbero voluto prendersi quei meravigliosi abiti, dicendole che erano troppo eleganti per una povera serva come era lei. Helga, invece li tenne ben stretti e fece bene, perché dopo qualche mese un ricco contadino se la sposò così com'era, senza dote né terra e lei poté andare all'altare vestita meglio di una regina.L'anno dopo, la figlia della vedova avara, ricordando la fortuna di Helga, volle restare sola a casa la vigilia di Natale per vedere se i folletti avrebbero regalato qualcosa anche a lei. Appena gli altri furono usciti, ecco arrivare la bimbetta con lo scodellino in mano che le chiese un pezzettino di carne. "Vattene via brutta stracciona! Chi mi dice che la tua casa non sia più ricca della mia?"disse la perfida donna dando un colpo sul braccio della piccola facendole cadere lo scodellino a terra che si ruppe in mille pezzi. La piccola corse via piangendo e la donna nemmeno si accorse che i suoi piedini non lasciavano tracce sulla neve fresca. Cosa successe dopo non si é mai saputo, ma quando la madre e i servi tornarono a casa trovarono tutto sottosopra e fracassato. Quanto alla figlia, giaceva in terra con i vestiti strappati, i capelli legati in cento nodi e la pelle segnata da lividi di mille pizzicotti,segno che non si era per niente divertita quella notte alla festa dei folletti.

 
 
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