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Fra i carnevali più celebri di ogni tempo, quello di Venezia occupa certamente un posto in primo piano. Le feste, particolarmente solenni per l'intervento delle doge, comprendevano varie manifestazioni. Nel 1162 il doge Vitale Michiel II vinse il patriarca d'Aquileia Ulrico, che venne fatto prigioniero proprio il giorno del giovedi grasso, con i suoi dodici canonici. Per essere liberato, promise di concedere ogni anno ai veneziani il pagamento dei dodici pani e un toro. In ricordo di questo avvenimento, ogni giovedì grasso tre tori venivano uccisi in piazza San Marco, davanti ad una folla numerosa. In quel momento dal campanile di S. Marco, attraverso una fune, scendeva a terra un uomo mascherato, il quale dopo aver fatto varie acrobazie con la corda, risaliva sul campanile. Frattanto su un palco, un gruppo di ballerini danzava la moresca, una specie di danza militare derivata probabilmente dai Mori, e in un altro avveniva la battaglia fra le due opposte schiere di Castellani e dei Nicoloti. Infine, alla sera, si accendevano i fuochi d'artificio. Ai carnevali di Venezia accorreva gente da ogni parte del mondo, e la maschera rendeva tutti uguali, poveri e ricchi, giovani e vecchi, nobili e plebei, e tutti potevano prendere parte ai divertimenti e all'allegria generale. Oggi, dopo anni in cui non si festeggiava più il Carnevale di Venezia, torna ad acquistare importanza. Numerosissimi visitatori, non solo italiani, ma anche stranieri accorrono nella città che, soprattutto nell'ultima settimana, si accende di una nuova luce; maschere di ogni genere passeggiano lungo i calli e campielli, partecipando a varie manifestazioni e dandosi appuntamento per i numerosi spettacoli teatrali, concerti ed iniziative culturali che hanno luogo in questo periodo, il quale si conclude, oggi come un tempo, con il grandioso ballo in Piazza San Marco e i celebri fuochi d'artificio. Verona , un altra città veneta famosa per il suo Carnevale, dal lontano 1500 celebra la festa dello Gnocco, che ogni anno si svolge nel rione di S. Zeno e si ricollega ad un antica leggenda. Nel 1530, Verona venne assalita da truppe straniere che la saccheggiarono lasciandola completamente sprovvista di viveri. Gli abitanti rischiavano cosi di morire di fame, ma un ricco mercante distribui loro pane, farina e formaggi. Con la farina venne preparata una quantità enorme di gnocchi e, ancora oggi, il giorno del venerdì grasso, avviene la distribuzione degli gnocchi, festa alla quale partecipa anche il Papà del Gnocco, un buffo personaggio con un grosso pancione e un forchettone in mano con infilzato uno gnocco.
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