policoro
  Serve una scatola
 
Insegnare può essere una professione entusiasmante. Certi giorni c'è talmente tanto da fare che si vorrebbe avere il dono dell'ubiquità per potersi dividere tra i mille impegni. Ogni visetto è interessato, fiducioso e meritevole di attenzione. Come si fa a raggiungerli tutti. Non ci sono abbastanza ore nella giornata, specialmente quando si tratta di bambini di scuola materna. I bambini di quel genere entrano a scuola pronti per dire Wow al mondo intero.

Si entusiasmano per qualsiasi cosa, a cominciare dalla polvere di gesso sul gomito della maestra fino alla formichina che cammina sul banco. Sono affettuosi, vivaci, pieni di vita, pieni di energia, curiosi, motivati, impazienti di imparare ho detto che sono anche vivaci, vero? Lavorare con i bambini della scuola materna è come cercare di tenere sott' acqua un migliaio di palline da ping-pong. Ma ci sono anche momenti che ti fanno capire che ne vale la pena. E Lucy creò proprio uno di quei momenti. La piccola Lucy non aveva mai frequentato una scuola materna prima di allora. Era elettrizzata da tutte le attività, dai bambini, dalla classe e dal rumore. A Lucy piaceva molto il rumore. A casa sua non ce n'era molto. Infatti quando i suoi genitori parlavano non si sentiva nessun suono. I suoi genitori erano sordi, e ogni conversazione si svolgeva con il linguaggio dei gesti. Alla scuola materna Lucy stava vivendo l'entusiasmante esperienza di poter usare un'altra lingua, stava cominciando a parlare!

Nel corso dell'anno scolastico Lucy sbocciò come un fiore. I suoi genitori partecipavano alle riunioni, scrivevano messaggi, e persino la scuola li aiutò mettendo a loro disposizione un telefono speciale, in modo che potessero chiamare ogni qualvolta fosse necessario. Tutto quel comunicare era veramente straordinario e Lucy ne traeva enormi vantaggi. Poi arrivò la festa di Halloween con tanto di zucche arancioni e costumi, seguita da quella del Ringraziamento con i tacchini che sfoggiavano piume multicolori. Poi arrivò anche Natale, la festa più bella di tutte. Babbo Natale sarebbe arrivato molto presto e i bambini ne stavano preparando uno finto perché potesse dare il benvenuto a quello vero. Decine di manine avevano lasciato le loro impronte sulla carta colorata. Centinaia di piccole dita erano finite tra le lame smussate delle forbicine da bambini. Pieni di orgoglio i bambini consegnarono i loro lavori all'insegnante che li attaccò alla porta della classe.

C'erano delle sagome di manine rosse per il vestito di Babbo Natale, bianche per la barba, e persino manine nere per gli stivali. Era un disegno bellissimo! Lucy era al settimo cielo. Adorava disegnare e ritagliare. Quel giorno tornò a casa e continuò a disegnare e ritagliare. Quando finì scelse la mano migliore che aveva disegnato per portarla alla maestra. La mattina dopo Lucy era sulle spine. Non appena arrivò in classe cominciò a frugare nella borsa e tirò fuori il suo regalo. Piena di orgoglio andò dalla maestra e le regalò la sua mano migliore. La maestra si chinò verso di lei per abbracciarla ma rimase molto stupita nel vedere quel regalo. Il giorno prima Lucy aveva fatto un ottimo lavoro e la sua abilità nel disegnare e ritagliare era quella che ci si aspetta dai bambini della sua età. Ma quel disegno, beh, non era affatto il migliore lavoro di Lucy. Ti piace chiese Lucy impaziente.

La maestra sorrise. Sì, tesoro, rispose. Ma Lucy, mancano delle dita a questa mano. È successo qualcosa. Infatti mancavano proprio delle dita, era evidente. Il pollice, l'indice e il mignolo erano stati disegnati e ritagliati accuratamente. Però le altre due dita etano state tagliate via all'altezza del palmo. Sì, maestra, Lucy disse felice. «Volevo darti la mia mano migliore, quella che dice Ti voglio bene.  E quello era esattamente cosa diceva quella mano nel linguaggio dei gesti, diceva proprio Ti voglio bene.
 
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