policoro
  Cambiare il mondo una graffetta
 
Nel 1998 la preside Linda Hooper voleva realizzare un programma che insegnasse agli studenti della Whitwell Middle School la tolleranza e il rispetto per le altre culture. La signora Hooper mandò David Smith, un insegnante di storia di terza media e allenatore di football, a un corso speciale che si sarebbe tenuto a Chattanooga. Quando tornò, il signor Smith propose di organizzare un corso sull'Olocausto da tenersi fuori orario, nonostante la scarsa presenza di minoranze etniche in quella scuola e l'assenza completa di studenti ebrei. Il signor Smith e Sandra Roberts, insegnante di inglese di terza media, tennero le lezioni per la prima sessione del corso durante il mese di ottobre. Gli insegnanti cominciarono leggendo ad alta voce dei brani tratti dal Diario di Anna Frank e da Notte di Elie Wiesel.

Decisero di leggerli in classe per tutti, perché la maggior parte degli studenti non poteva permettersi di comprare libri. Quello che colpì di più quei ragazzi di terza media fu l' enorme numero di ebrei che vennero uccisi dal Terzo Reich. Sei milioni di persone. Riuscivano a malapena a immaginare un numero così immenso. Un giorno i due insegnanti stavano spiegando ai ragazzi che alcune persone compassionevoli in quell'Europa degli anni '40 cercarono di aiutare gli ebrei. Dopo che i nazisti invasero la Norvegia, molti coraggiosi norvegesi dimostrarono solidarietà per i loro concittadini ebrei mettendo delle graffette, di quelle che si usano per i fogli di carta, sul collo della giacca in segno di solidarietà verso gli ebrei che dovevano portare una stella di David sulla loro.

Poi qualcuno ebbe l'idea di raccogliere sei milioni di graffette per rappresentare i sei milioni di ebrei rimasti vittime dell'Olocausto. L'idea prese piede e gli studenti cominciarono a portare a scuola delle graffette da casa e altre graffette che venivano offerte da zie, zii e amici. Crearono anche una pagina web su Internet. Dopo qualche settimana arrivò la prima lettera e poi ne seguirono altre. Molte di quelle lettere erano accompagnate da graffette mandate da varie persone. Quando arrivò la fine dell'anno gli studenti avevano raccolto 100.000 graffette. Ma gli insegnanti si rendevano conto che ci sarebbe voluta una vita per raccogliere sei milioni di graffette. Così le attività del gruppo cominciarono ad andare ben oltre il lavoro svolto in classe. Nacque così un Progetto Olocausto. I ragazzi appesero in corridoio una riproduzione di un campo di concentramento dove, grazie a un lavoro di collage, i personaggi diventarono loro stessi. Appesero anche del filo spinato da un lato all'altro del corridoio per dare un'idea delle recinzioni elettrificate dei campi di concentramento. Attaccate a fili che pendevano dal soffitto c'erano anche delle scarpe che rappresentavano i milioni di scarpe che le vittime avevano dovuto togliersi prima di marciare verso le camere della morte. Ancora oggi ogni anno gli studenti ripetono una marcia per dimostrare l'amore e il rispetto che nutrono per quelle vittime che non hanno mai avuto modo di incontrare.

La marcia contribuisce a dare ai ragazzi una vaga idea di quello che dovevano provare tutte quelle persone quando le guardie naziste le costringevano a marciare verso i campi di concentramento. Nel frattempo il conteggio delle graffette continua. Gli studenti si riuniscono ogni mercoledì. Indossano tutti delle magliette con su scritto Cambiare il mondo una graffetta alla volta, e portano una graffetta attaccata al colletto. Arrivano graffette di tutti i tipi, di acciaio, color bronzo, di plastica colorata, graffette piccole e grandi, rotonde, triangolari e persino graffette di legno. Gli studenti archiviano tutte le lettere che ricevono in appositi raccoglitori ad anelli, e vorrebbero creare un' opera commemorativa con le graffette raccolte. È stato deciso che l'opera avrebbe maggior significato se le graffette potessero essere conservate dentro il vagone originale di un treno tedesco. Con l'aiuto di alcuni cittadini tedeschi la scuola è riuscita a procurarsi un vagone originale degli anni 40, uno di quelli che era stato usato per trasportare le vittime nei campi di concentramento.

Quel vagone, che è arrivato da Berlino, si trova ora nella piccola cittadina di Whitwell, di fronte alla scuola, e contiene undici milioni di graffette provenienti da ogni parte del mondo. Il preside, gli insegnanti e gli studenti hanno trasformato il loro progetto in realtà. Dopo aver raccolto oltre ventinove milioni di graffette e più di ventimila lettere, gli studenti e gli insegnanti della Whitwell Middle School hanno ottenuto una risposta che nessuno avrebbe mai immaginato. Per intere generazioni di alunni delle medie di Whitwell una graffetta non sarà mai più soltanto un articolo di cancelleria. Parlerà invece di perseveranza, empatia, tolleranza e comprensione.
Uno studente ha detto: Ora, quando incontro qualcuno penso prima di parlare, penso prima di agire e penso prima di giudicare. È possibile per una persona, oppure per un piccolo gruppo di persone, fare veramente qualcosa perché tutta l'umanità possa vivere in un mondo dove regnano pace e comprensione. Chiedetelo agli studenti di Whitwell e a tutte le persone di ogni parte del mondo che li aiutano a raccogliere tutte quelle graffette.
 
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