policoro
  La Befana cattiva
 
In un vecchio libro trovato su una bancarella, ho lrtto che alla Befana cattiva piaceva presentarsi ogni volta in un modo nuovo, per non essere riconosciuta e ingannare meglio le sue vittime. Ma poi, al suo arrivo portava così tanto spavento che tutti la riconoscevano immediatamente, senza che ci potessero essere dubbi. Come la Befana buona, anche quella cattiva voleva essere ricordata per i suoi regali, ma i suoi doni erano lo spavento, la paura, gli incubi, l'inganno, il tradimento. In certe valli di montagna compariva armata di due enormi taglieri di legno che picchiava uno contro l'altro, facendo un rumore d'inferno. Tutti scappavano atterriti. 
Quella stregaccia sapeva diventare grassa grassa come una montagna, oppure grande grande, addirittura altissima, poi si sdraiava lunga lunga in mezzo alle strade per far cadere i passanti, catturarli e portarli via nel sacco. Come l'altra Befana, anche questa poteva trasformarsi in qualsiasi cosa: le piaceva tanto diventare un'enorme gallina e comparire di notte nelle stalle, spaventando le donne che facevano la calza chiacchierando fra loro. Con lei giravano dodici folletti, uno più cattivo e dispettoso dell'altro, e anche a loro toccava di trasformarsi per accontentare tutti i capricci della padrona: quando la Befana cattiva era chioccia, loro diventavano pulcini, quando era mosca fastidiosa, loro erano moscerini appiccicaticci e così tutti insieme giravano regalando qua e là lunghi brividi di paura. In certi paesi la Befanaccia non si accontentava di portare cenere e carbone ai bambini cattivi, ma diventava addirittura assassina. La sua faccia era allora un brutto teschio, era avvolta in un lenzuolo bianco, come un fantasma, portava un treppiede capovolto in testa al posto del cappello.

In una mano aveva un falcione affilatissimo e sotto il braccio portava un pesante librone con scritti i nomi di quelle persone che sarebbero morte di lì a poco, improvvisamente. Nella notte dell'Epifania, quella brutta megera andava a disegnare una croce sulle porte dei poverini che aveva scelto di far morire e per matita usava un pezzo di carbone. Aiuto! Aiuto! Ma nessuno poteva fare niente contro quella strega? Per fortuna una bambina che giocava a palla, sentendo queste cose terribili che leggevo e vedendo come ero spaventata, mi ha detto di non credere a nessuna di queste storie, perché una Befana così crudele era solo un'invenzione dei cattivi e degli stupidi per spaventare gli ingenui.
 
 
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