policoro
  I colleghi della Befana
 
L'occupazione principale della Befana era dunque quella di portare doni. Non era l'unica a esercitare una professione speciale e simpatica come questa, anzi la nostra vecchia aveva tanti colleghi, tutti impegnati come lei a far felici i bambini dell'Europa intera. Tutti insieme, questi generosi personaggi tanto cari ai bambini, formavano una specie di grande famiglia, la famiglia dei Portaregali.

I Tre Re Magi, Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, erano i colleghi più vicini alla Befana, perché distribuivano i loro doni proprio nel suo stesso giorno, il 6 gennaio, così come avevano fatto con il Bambino Gesù, a Betlemme, portandogli in dono l'oro, l'incenso e la mirra, come tutti sanno. Ma prima di loro, nel mese di dicembre, certi bambini avevano visto passare pieni di doni San Nicola e Santa Lucia e nella notte di Natale, Gesù Bambino con i suoi angeli carichi di regali per i bambini buoni. La famiglia dei Portaregali era una famiglia molto antica. Raccontano che persino prima dei Romani, ai bambini dei Celti, un meraviglioso personaggio, Gargan, portasse dei doni nella sua gerla piena zeppa di misteriosi oggetti. Anche i bambini dell'antica Roma ricevevano i doni nei primi giorni di gennaio: a portarli loro era la buona Strenia, che quei bambini dovevano immaginare come una generosa fata molto attenta ai loro desideri. In Germania, quando era in vena di gentilezze, era generosa con i bambini anche una stranissima fata strega, la signora Holle, che si aggirava nelle case degli uomini nella notte dell'Epifania.

La stessa cosa faceva in Austria un'altra fata-strega, la signora Berta, che però era molto più capricciosa e lunatica della prima e i suoi doni bisognava conquistarseli con grande fatica, bisognava proprio esserseli meritati. Ma i bambini dell'Europa centrale come già tanti altri bambini italiani, erano molto affezionati a San Nicola che girava di casa in casa, come la Befana, portando i suoi doni. Questi doni erano veramente tanti e da solo San Nicola temeva di dimenticarsi qualche bambino. Allora il santo chiamava in suo aiuto un misterioso uomo che in realtà era il diavolo in persona, bruttissimo e con la faccia tutta nera. Era un diavolo pentito, che San Nicola teneva a bada senza mai perderlo d'occhio e si chiamava il cavaliere Ruprecht.

C'era per i bambini tedeschi anche una bambina Portaregali, Christkind, che nella notte di Natale rappresentava il Bambino Gesù. Aveva una bella corona di candele accese sulla testa e un cesto pieno di regali. Accanto a lei camminava sempre un diavoletto che si chiamava Hans Trapp. Prima di lasciare un dono, Christkind cedeva il passo ad Hans Trapp che agitava la sua bacchetta minacciando i bambini che erano stati cattivi.In Svezia, i grandi raccontavano ai piccini che nel silenzio della notte di Natale, una coppia di misteriosi vecchietti, passando vicino a quelle case dove abitavano dei bambini, vi buttavano dentro dei bei regali. Ma chi fossero quei buoni vecchietti, nessuno sapeva dirlo. E poi, sopra tutti questi Portaregali, c'era ovviamente Babbo Natale.

Con la barba e i capelli bianchi, la sua slitta magica, le renne volanti, Babbo Natale grasso grasso e tanto simpatico, con i suoi abiti rossi bordati di pelliccia era certamente il più amato Portaregali che ci fosse. In mezzo a tanti colleghi così straordinari ed eccezionali, bisogna dire però che la nostra Befana sapeva fare la sua bella figura: era altrettanto simpatica che Babbo Natale, forse meno colorata e ricca, ma certamente all'altezza di un compito tanto particolare come il suo: far felici gli altri anche quando, forse, non se lo meritavano proprio fino in fondo.
 
 
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