policoro
  Le paure di Carlotta
 
Carlotta, oggi andiamo al supermercato, disse la mamma. Carlotta era contenta: le piaceva molto andare al supermercato. Era un posto pieno di colori, e la mamma camminava avanti, fermandosi un po' a decidere, e poi mettendo le cose nel carrello, e Carlotta le andava dietro, un po' guardando la mamma, un po' gli scaffali.

Qualche volta contava i barattoli, qualche volta guardava le etichette. Quel giorno, Carlotta si chinò a guardare l'etichetta di una scatola di cibo per gatti: c'era disegnato un gattino bianco e nero uguale a Niccio, il micio della sua amica Flora. 
Quando alzò lo sguardo, la mamma non c'era più. Mamma disse. Nessuno rispose. Carlotta si volto, per vedere se la mamma fosse tornata indietro: c'erano solo scaffali pieni di merce. Il cuore di Carlotta cominciò a battere forte. Di corsa arrivo alla fine dello scaffale e svolto: c'era un altro corridoio, altri lunghi scaffali, deserto. La bambina voleva gridare, ma la voce le mancava, e invece di un grido le usciva solo un lamento sottile. Si mise a piangere, guardando di qua e di la: ma sembrava che fosse passato un grande vento, e avesse portato via la sua mamma e tutte le mamme e tutta la gente del supermercato. Si fermò: il cuore le batteva cosi forte che sembrava volerle saltar fuori dal petto. Perche piangi, piccola disse una vocina. Carlotta fece un salto. Si guardo attorno: non c'era nessuno. 

Chi ha parlato? disse con un filo di voce. Io, quassù  disse la vocina  
Carlotta guardò in alto, e vide un orsetto, con un piccolissimo tamburo appeso a tracolla. Piango perche non c'e piu la mia mamma. E perché non c'è più nessuno! disse Carlotta. Davvero? Oh oh oh! disse l'orsetto, scuotendo la testa di qua e di la. Hai sentito, tamburo? Uno, due, tre. E l' orsetto si mise a picchiare sul tamburo, così in fretta e così forte che tutto il supermercato rimbombava: e allora arrivarono di corsa sei commesse, tre facchini, un direttore, quattro cassiere, dodici clienti, e la mamma di Carlotta, che solo allora si era accorta di aver perso la bambina. Perche, dovete sapere, tutta quanda la faccenda era durata solamente venti secondi: ma venti secondi sono tanti per una bambina impaurita. Che c'è, tesoro disse la mamma, e l'abbracciò. Ho avuto paura disse Carlotta e, guardo in alto, l'orsetto ora non suonava più e stava fermo fermo, ma le strizzo l'occhio. 
 
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