policoro
  Il telefonatore
 
C'era una volta un uomo che si chiamava Giovanni, e con il telefono cellulare telefonava di giorno, di notte, in ufficio, a casa, in viaggio, a passeggio, al bar, al ristorante, in palestra, a teatro, in chiesa, in ascensore, in taxi, in bagno, sul terrazzo. La gente attorno a lui sbuffava, alzava gli occhi al cielo, stringeva i pugni, perchè era costretta a sentire i suoi affari, i suoi discorsi, le sue chiacchiere: ma lui non sene accorgeva, o non ci badava, perche era molto, molto maleducato. 

Ma non era soltanto la gente attorno ad essere stanca di tutto quel telefonare: anche le orecchie e la bocca di Giovanni non erano contente, perché non potevano mai starsene in pace. Non potevano mai godersi un momento di riposo, di pace, di silenzio. 
In qualsiasi momento pronto e via con le chiacchiere. Pronto subito dopo, e poi Pronto. Basta pensavano le orecchie di Giovanni. Basta Basta pensava la bocca di Giovanni. Una notte, mentre Giovanni dormiva, la bocca e le orecchie si misero d'accordo per fargli uno scherzetto. Voi farete la parte della bocca, disse la bocca. E tu farai la nostra parte dissero le orecchie. Quando Giovanni si sveglio, ecco che suono il telefonino. 

Lui disse pronto! Non lo disse con la bocca, ma con le orecchie. Giovanni quasi cadde a terra per lo spavento. Intanto la persona che aveva chiamato gridava pronto pronto Giovanni non sentiva con le orecchie, ma con la bocca. Aiuto Che succede gridò ma non lo gridò con la bocca, lo gridò con le orecchie. Corse all'ospedale, e disse, con le orecchie: sento con la bocca e parlo con le orecchie. Il medico, che era una persona intelligente, gli avvicinò la bocca alla bocca, e disse lei, signore caro, è certamente malato di telefonite convulsa. Deve curarsi. E come disse con le orecchie Giovanni. Telefonando molto meno, naturalmente. 

 E quanto meno disse con le orecchie Giovanni. Solo due volte al giorno, a bassa voce, e soltanto a casa sua. Giovanni fece la cura: per un mese non telefonò più in pubblico, e si abituò a parlare, sempre con le orecchie, a bassa voce. Dopo un mese, quando Giovanni si era già abituato a telefonare con la cornetta capovolta, orecchie e bocca decisero che lo scherzo poteva bastare, e tornarono a comportarsi normalmente. Ma Giovanni, per non correre il rischio di riammalarsi di telefonite convulsa, non tornò più alle vecchie cattive abitudini.
 
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