policoro
  Teo
 
Teo era un vero appassionato di fiabe: ne leggeva decine di seguito, anche più volte le stesse, senza mai stancarsi. Anzi, fosse stato per lui, non avrebbe mai smesso, neanche per mangiare o per andare a dormire. Ogni volta erano discussioni con la mamma che, nei casi più disperati, doveva sottrargli i libri a forza per interrompere la lettura: per Teo, però, era come se ogni volta si spezzasse un incantesimo e trovava sempre più difficile dover tornare bruscamente alla realtà.
 
 Questo era il suo problema: sentiva di appartenere a quel mondo delle fiabe dal quale tutti, e lui non riusciva a capire il perché, gli dicevano di uscire. Andare a scuola o accompagnare la mamma a fare la spesa non erano cose neanche lontanamente paragonabili alle mirabolanti avventure che lui viveva insieme ai protagonisti delle sue amate storie. E così la testa di Teo era spesso altrove, sia che si trovasse a casa, sia che stesse seduto al banco di scuola, sia che stesse giocando una partita di calcio con la sua squadra! Proprio quest'ultima era la circostanza che causava a Teo i guai maggiori: le sue prestazioni sportive erano piuttosto scarse per le sue numerose distrazioni e i suoi compagni di squadra lo prendevano spesso in giro. Per questo stesso motivo anche le compagne di scuola lo consideravano un vero fallimento e nessuna di loro aveva mai accettato la sua compagnia, neanche per scambiare quattro chiacchiere a ricreazione. E che dire dei risultati scolastici? Continuamente gli insegnanti lo riprendevano per la sua mancanza di attenzione e i genitori si arrabbiavano di conseguenza.
Insomma Teo affrontava la realtà senza amici, assediato dai rimproveri degli insegnanti e dei genitori e privo di interesse per ciò che aveva intorno. Si sentiva, perciò, solo e triste ma, appena apriva uno dei suoi fantastici libri, ricominciava la magia... nessun problema sembrava più appartenergli e lui, forte e coraggioso, sfidava ogni genere di pericolo, anche mostri orrendi o maghi crudeli, per correre in aiuto di qualche principessa, magari cavalcando un bianco destriero alato tra le nuvole.
Era ammirato da tutti e le dame più belle facevano a gara per poter ricevere le sue attenzioni. Nessun cavaliere, per quanto valoroso, osava sfidarlo e ogni qualvolta si presentava una difficoltà veniva chiamato a risolvere la situazione.Ma nella vita di tutti i giorni, chiunque avesse a che fare con lui, non riusciva a capirlo e anzi lo considerava fuori dal normale. Sempre più spesso la mamma e il papà, preoccupati, gli dicevano: «Teo, la vita non è una fiaba! Smetti di riempirti la testa di assurde fantasie e affronta la realtà stando con i piedi per terra e non con la testa tra le nuvole!» Da parte di Teo, però, non c'era la minima volontà di ascoltare i loro consigli, mentre invece continuava ad assecondare le sue fantasie che lo portavano sempre più lontano, col cuore e con la mente. Un giorno, però, accadde qualcosa che avrebbe cambiato il corso della sua vita.. . Nella casa di fronte a quella di Teo, rimasta vuota per tanto tempo, venne ad abitare Setta, una bambina dai capelli rossi, una spruzzata di lentiggini e un'aria davvero simpatica. Teo ne rimase subito colpito e fu felice di sapere che Setta si era iscritta nella sua stessa scuola: l'avrebbe vista tutte le mattine e questo sarebbe bastato a rendergli meno pesante la situazione, visto che quella ragazzina gli faceva venire in mente, chissà perché, le gentili e delicate protagoniste delle sue fantasie.
 
Fu una grande emozione per Teo sapere che per la prova di orientamento, organizzata dalla scuola ogni anno nel bosco vicino alla città, le loro classi avrebbero gareggiato insieme. L'idea di poter finalmente conoscere Setta gli faceva superare il fastidio di dover partecipare alla prova insieme a un gruppo di odiosi bulletti dell'altra classe, di cui era diventato da un po' di tempo, per ovvi motivi, il bersaglio preferito. Arrivò il giorno tanto atteso ma da subito la situazione apparve complicata: i bulletti iniziarono a infastidirlo appena saliti sullo scuolabus e la cosa sembrava divertire tutti gli altri compagni.Raggiunta la radura che gli insegnanti avevano scelto come punto di partenza, a tutti i ragazzi vennero distribuite bussole e mappe e vennero formati i gruppi. Il destino volle che Teo e Betta capitassero insieme ma, ahimè, lo stesso destino gli affibbiò anche i detestabili bui letti che oltre a costituire una inutile compagnia, considerata la loro assoluta incapacità di orientarsi per raggiungere la meta finale, fecero di tutto per complicare la prova dei due poveretti. Non contenti, poi, di rendergli le cose difficili, pensarono di fare a Teo e Betta uno scherzo crudele: senza farsi vedere, modificarono la mappa e ruppero la bussola, quindi si unirono a un gruppetto di loro amici e li lasciarono soli, con gli strumenti inutilizzabili per uscire dal bosco. In un primo momento Teo fu felice di constatare che avrebbe proseguito la gara solo con Betta, con la quale intanto aveva scoperto di intendersi a meraviglia, ma quando realizzò che razza di tiro gli avevano giocato iniziò a preoccuparsi.
 
 
Cercando di non far trasparire la sua agitazione, provò a individuare la giusta direzione, ma non riusciva proprio a orientarsi. Le ombre della sera stavano calando e i due si trovavano ancora in mezzo al bosco. Betta tremava, per la paura e per il freddo, e nessuno sembrava udire le loro richieste d'aiuto. Bisognava assolutamente uscire da quella situazione e anche in fretta! L'invincibile cavaliere Teo come avrebbe portato in salvo l'amata principessa Betta? Forse la stella che indica la strada a Peter Pan l'avrebbe indicata anche a lui? O forse i sassolini di Pollicino gli avrebbero suggerito il giusto percorso? No, niente di tutto questo sarebbe accaduto e Teo se ne rese presto conto. Ma si ricordò anche che dalla lettura di tante fiabe aveva appreso che ogni prova può essere superata grazie al proprio coraggio e alla fiducia in se stessi.
 
Teo, allora, con grinta, prese Setta per mano e la invitò a seguirlo: il punto di arrivo si trovava a Nord e non era forse vero che sulle cortecce degli alberi il muschio cresce in quella posizione? Con estrema sicurezza, non curandosi dei sinistri rumori che cominciavano a sentirsi nel bosco, Teo, illuminando con la torcia gli alberi, riuscì a individuare la giusta direzione e a portare in salvo Betta che lo guardava sempre più ammirata. Infinite furono le lodi che gli fecero gli insegnanti e, nonostante fossero arrivati per ultimi al traguardo, Teo e Setta vennero premiati come vincitori della gara. Da quel giorno Teo non venne più preso in giro da nessuno e conquistò la sincera amicizia di Setta.
 
Soprattutto, però, Teo imparò che anche se nella realtà non avrebbe mai compiuto prodigi e miracoli, comunque avrebbe potuto superare con coraggio qualsiasi prova e aiutare con generosità chiunque glielo avesse chiesto. Scoprì inoltre che passeggiare con Setta, impegnarsi in una partita o ascoltare una lezione su un nuovo argomento potevano diventare cose interessanti se affrontate con passione.
Finalmente Teo aveva trovato il giusto ruolo nella fiaba della sua vita...
 

 
 
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