policoro
  Emilio e la trombetta
 
C'era una volta, sull'isola di San Giulio, un minuscolo paesino fatto di case arroccate l'una sull'altra ai piedi del Castello della Regina Melania. Tutte intorno le acque blu e verdi del lago. Nel cuore del paesino si trovava una bottega di giocattoli, gioia di tutti i bambini che si fermavano estasiati a guardarla. 

Nella bottega Tommaso, il vecchio proprietario dalla lunga barba bianca, aveva messo in vetrina dei bellissimi giocattoli. Nel punto più importante c'era una trombetta d'ottone lucidata cosi tanto da sembrare d'oro, con tanto di cordon blu e una nappa rossa. Tutti i bambini la desideravano: sull'isola di San Giulio la banda musicale, in prima fila, schierava i suonatori di trombetta, perciò il loro sogno era di averla per poter sfilare per il paese vicini alla Regina. Ma nel paesino viveva anche un bimbo molto malato che non poteva muoversi dal letto perche le sue gambe erano paralizzate. L'unico conforto era la sua mamma con cui viveva in una soffitta buia e triste. Erano cosi poveri che spesso la mamma rinunciava a mangiare per poter sfamare Emilio, cosi chiamava il bambino. Anche Emilio sentiva la banda quando suonava passando sotto la sua soffitta e allora desiderava con tutto il cuore avere una trombetta per trascorrere le ore senza tristezza... ma sapeva bene che il suo poteva essere solo un sogno.

Intanto nella bottega del vecchio Tommaso la trombetta continuava a stare in bella vista nella vetrina, forse perché era troppo cara. Passarono le settimane, i mesi e il lucido ottone divenne sempre più opaco e i bambini non si fermarono piu a guardarla. Allora Mastro Tommaso decise di cambiare tutti, i giocattoli della vetrina e mise la trombetta in un ripostiglio. L'umidità, con il passare del tempo, la rese verdognola e i topolini mangiarono e rosicchiarono il cordone blu e la nappa rossa. La trombetta divenne triste, triste perché sapeva di avere una voce squillante ma la polvere e l'umidità l'avevano consumata. Eppur avrebbe voluto ancor far sentire i suoi squilli a tutti: ma nessuno poteva ascoltarla, dimenticata nel fondo del ripostiglio. Iniziarono le feste natalizie e Mastro Tommaso decise allora di risistemare nella vetrina tutti i giocattoli del ripostiglio. Quando però vide la trombetta cosi malridotta la buttò  nella spazzatura e la abbandonò al freddo dell'inverno. Desolata e impaurita la trombetta infine pensò: E davvero finita per me! Ma in quel momento, lungo il vicolo del retro bottega , passava la povera mamma di Emilio. Stava cercando nella spazzatura qualcosa da poter mangiare, quando si accorse che tra i rifiuti c'era qualcosa di strano: era la trombetta. La raccolse e la strinse forte al cuore.
 

La guardò, sorrise e decise di portarla nella vecchia soffitta. Durante la notte, mentre Emilio dormiva, si mise a lucidarla con un vecchio panno di lana intriso di aceto e cenere. A poco a poco e con tanta fatica la trombetta riprese il suo splendore e ritrovò la sua felicità. Poi la mamma lavo il cordone blu e rifece la nappa con della vecchia lana rossa. Fu così che piano piano la mise in fondo al letto di suo figlio, perché era la notte magica del Santo Natale. Poi, stanca, ma felice, si addormento ai suoi piedi. Quando Emilio si svegliò al mattino, gridò di gioia e la mamma si commosse per tanta felicità. Ed ecco che all'improvviso una voce d'oro usci dalla trombetta, una cascata di note allegre e squillanti che emozionò la stessa trombetta. Ma accadde anche un fatto meraviglioso. Il calore e l'allegria di quelle note fecero dimenticare al bimbo di non poter camminare e la mamma vedendo il suo Emilio cosi felice dimenticò di essere povera. In un attimo quella vecchia e triste soffitta sembrava fosse diventata una reggia.

La leggenda dell'isola di San Giulio racconta che un bel giorno la Regina Melania passando per la strada dove abitava Emilio e sentendo la musica di una tromba si incuriosì e volle conoscere chi la suonasse... salì le scale, giunse nella povera stanza e vide Emilio e la sua mamma soli e al freddo. L'unica luce era lo splendore della loro trombetta. Allora li guardò e disse: Da domani verrete a vivere nel mio castello e tu, Emilio, suonerai per sempre nella banda di San Giulio. E così, tra le lacrime di gioia e l'emozione intensa, vissero per sempre felici e contenti, Emilio, la mamma e la trombetta dorata...
 

 
 
 
 
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