policoro
  Il cielo madre
 
L'universo egizio ebbe inizio nell'acqua e nell'oscurità. Atum, il primo dio sole, creò se stesso su una collinetta che emergeva dall'acqua. Quando si rialzò dal fango, Atum sputacchiò e si mise in posizione eretta. Poi starnutì e nacque suo figlio Shu. Sputò per schiarirsi la gola e venne fuori sua figlia Tefnut. I gemelli Shu e Tefnut erano in parte esseri umani e in parte leoni. Ebbero anche loro due gemelli, Nut e Geb, che divennero il cielo e la terra. Nut era la dea del cielo. Allungò il suo grande corpo da un capo all'altro del mondo ed esso venne coperto dalle stelle, che erano appena alcuni dei suoi molti figli. Geb, il cui corpo costituì la terra, ebbe quattro figli con Nut. Poi Shu, il loro padre, li separò con le sue forti braccia.
Aiutato dai venti, il possente Shu mantiene Nut distesa sopra il mondo, così che i cieli non cadano su coloro che vivono sotto l'arco stellato del suo corpo. Al di là di Nut c'è l'acqua del creato, che lei tiene anch'essa lontana dalla terra. I suoi piedi sono piantati nell'est, le mani nell'ovest. Il dio sole degli Egizi ha molti nomi e personalità. Con il nome di Ra naviga ogni giorno in barca lungo il corpo della madre Nut. Alla fine del giorno, quando Ra raggiunge l'ovest, Nut lo inghiotte ed egli per il resto del mondo, risulta smarrito. Ogni mattina Nut partorisce di nuovo il dio sole e questi riparte su una barca diversa, di nuovo da un capo all'altro del cielo. Gli Egizi credevano che dopo la morte avrebbero continuato a vivere nelle stelle: per questo all'interno del coperchio dei sarcofaghi spesso si trova un dipinto di Nut, col corpo stellato disteso sopra il defunto.
 
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