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Due grandi musicisti, Haendel e Bach, nati lo stesso anno, 1685 come Domenico Scarlatti in città vicine, non si conobbero mai. Heandel, al contrario di Bach, dovette lottare contro mille ostacoli per la musica, nonostante fosse un bambino prodigio. A sette anni ilDuca di Sassonia udì il figlio del chirurgo di Halle suonare l'organo della cattedrale di Weissenfels e disse che era un genio. Il diciottenne Heandel si recò ad Ambrugo, il focolaio dell'opera lirica tedesca e qui furono eseguite le sue prime opere. Ma il primo vero trionfo l'ebbe nel 1709 a Venezia, con l'opera Agrippina. Il compositore Steffani, ammirato, gli cedette il posto di Maestro di Cappella dell'Elettore di Hannover. Ma Friedrich era attratto, come tutti i Tedeschi, dal sole del Meridione, e dopo la parentesi veneziana scese a Firenze, Roma e si insediò a Napoli, dove fu alla scuola di Alessandro Scarlatti, padre di Domenico. Qui apprese l'arte dicomporre all'italiana.
Tornato in patria, venne eletto Maestro di Cappella ad Hannover. Di temperamento inquieto, Heandel non si sentiva fatto per la vita tranquilla e programmata. Approdò in Inghilterra e qui trovò la sua vera patria. Vi fondò un impresa teatrale, componendo un gran numero di opere liriche. Nel 1714 diventò Re d'Inghilterra proprio l'Elettore di Hannover. Si racconta che Heandel, per chiedergli scusa di aver abbandonato la sua Cappella, compose una serenata e gliela fece ascoltare di sorpresa, durante una passeggiata sul Tamigi. Da allora a bordo il Re volle la sua orchestra. Agli Inglesi, che mal sopportavano un Re tedesco, Heandel non andava a genio, perchè anch'egli era tedesco. Le sue opere liriche non ebbero successo a Londra e la sua impresa teatrale fallì. Colpito da parziale paralisi, Heandel si recò ad Aquisgrana, dove i medici gli sconsigliarono di prendere bagni troppo prolungati. L'episodio è significativo. Heandel prese i bagni in misura tripla di quella consigliatagli e guari completamente. Nel 1741, all'età di 56 anni, scrisse il suo capolavoro: il Messia. Ma diffidava del pubblico londinese, che già gli aveva fatto fallire il suo teatro. Si recò allora nella capitale dell'Irlanda, a Dublino, e il successo fu tale che il compositore si decise a rappresentarlo anche a Londra. L'oratorio, che fu definito la più grande epopea musicale del cristianesimo, fu diretto dallo stesso Heandel. Era presente il re e tutta la corte.
All'ultimo possente «alleluia" il sovrano si alzò commosso per onorare la magistrale composizione. Heandel divenne popolare. Da quel giorno, che segnò la fortuna del compositore tedesco in Inghilterra, il pubblico britannico ascolta in piedi l'ultima parte del Messia. Heandel attinse dalla Bibbia gli spunti per la più bella musica. Stava componendo l'oratorio Jefte quando perdette la vista. Scrisse sul pentagramma: Sono giunto fin qui; non posso più proseguire perché il mio occhio sinistro è cieco. Tuttavia dettò il terzo atto. Aveva desiderato di morire nei giorni della Passione e morì il venerdì santo dei 1759. Fu seppellito nell'Abbazia di Westminster, il Pantheon degli uomini illustri inglesi.
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