policoro
  Triste
 

C'era una volta........... una bambina di nome Triste. La bambina si chiamava cosi, perchè non sorrideva mai. Ella viveva in un mondo di persone cattive, sempre pronte ad umiliarla; ogni cosa che faceva, veniva rimproverata, e non capiva il motivo. Era talmente impaurita, che spesso si chiudeva in una piccola stanzetta, dove l'aspettava il suo fedele orsetto di peluche, unico compagno che ascoltasse le sue parole.

Triste e l'orsetto si abbracciavano e stavano così per ore, raccontandosi le loro sofferenze, e consolandosi a vicenda, si addormentavano. Quando si svegliava, doveva ritornare verso quel mondo ostile, e con le lacrime nel cuore, apriva la porticina, dicendo all'orsetto di aspettarla. L'orsetto, che sapeva tutte le sofferenze ed i segreti di Triste, piangeva di nascosto e cercava aiuto dagli altri giocattoli che si mostravano insensibili a questo. Triste trascorreva le giornate a pensare Al Paese dei bambini che sorridono; lo aveva letto in qualche libro, ma non sapeva come fare per raggiungerlo. Spesso, si rivolgeva all'orsetto, sperando che sapesse dargli qualche indicazione; ma l'orsetto non sapeva come aiutarla. Intanto passavano le giornate, le stagioni, gli anni e Triste non faceva altro che pensare a quel Paese che tanto desiderava raggiungere. Un giorno la bambina ricevette una lettera e, con lo stupore di ci si affaccia per la prima volta al mondo..... la aprì. Le sue mani tremavano dall'emozione e il suo cuore batteva cosi forte che le pareva le dovesse scoppiare nel petto. C'era scritto così: "Ciao Triste, mi chiamo Felice e ti scrivo perché il tuo desiderio é arrivato fino a me, e siccome vivo in questo Paese, ti indicherò come arrivarci. Devi solo seguire il tuo istinto e vedrai che ci incontreremo.



Triste non poteva credere ai suoi occhi e pensa fra sé e sé: "Sono una prescelta; il mio desiderio é arrivato fino a Felice e finalmente potrò sorridere anche io."Triste gli raccontò della lettera della lettera e che finalemente sarebbe potuta partire per quel Paese tanto desiderato e che se anche lo avesse abbandonato, lo avrebbe comunque portato sempre nel cuore. L'orsetto era felice per Triste e, dopo un lunghissimo abbraccio, le augurò ogni fortuna. La bambina preparo la sua valigetta ci mise dentro tutto il suo mondo, e parti piena di entusiasmo. Andò in stazione e camminando, notò un vagone con tanti bambini che sorridevano e, facendosi guidare dal suo istinto, salì su. Il treno profumava di zucchero filato, si sentivano grida di gioia e canti di bambini. Non dovette aspettare molto perché il treno cominciò a muoversi lasciando dietro di sé la città del dolore e della tristezza. Triste si addormento e comincio a sognare i colori e le voci e i suoni più belli; di fate e di elfi si alternavano nei suoi sogni.


Quando si risvegliò, si ritrovò il cartello che indicava l'ingresso al Paese così tanto desiderato e ammoniva dicendo: "Si raccomanda di sorridere; qui sono severamente vietate le lacrime."Triste era euforica; non stava più nella pelle al pensiero che era arrivata dove voleva. Prese la sua piccola valigia e, appena il treno si fermò, scese. Chissa se avrebbe riconosciuto Felice; ma ogni dubbio svani quando, tra tanti bambini che affollavano la stazione, uno le sorrise tenendole la mano. Triste gli si avvicinò e, guardandosi negli occhi, riuscirono a dirsi solamente: "Andiamo. Abbiamo apettato tanto questo momento. E si incamminarono verso il Paese dei bambini che sorridono. Per quel che so io, Felice e Triste (che adesso si fa chiamare Gioia), vivono ancora in quel bellissimo Paese.




 

 

 
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