policoro
  Pulce
 

C'era una volta un bambino così piccolo che nemmeno si vedeva. I suoi fratelli più grandi, lo avevano soprannominato Pulce. Spesso giocava da solo in una grande casa  dalle finestre sorridenti e quando si sentiva malinconico si rifugiava sotto  un grande tavolo dove nessuno lo vedeva. La sua mamma era una donna bellissima, sempre sorridente con una voce melodiosa specialmente quando indonava allegre filastrocche che cantava ai suoi bambini. Pulce in un batter d'occhio s'infilava tra le braccia della mamma e s'incantava nell'ascoltare quelle melodie così soavi tanto che poco dopo si addormentava come un angioletto.Pulce da bambino
Il papà era un uomo robusto e quando camminava i suoi passi  facevano perfino  tremare i pavimenti. L'uomo aveva un vocione che metteva sull'attenti tutti, ma nel suo petto batteva un cuore molto generoso e per questo motivo nel paese dove viveva era conosciuto come un gran benefattore. Nelle notti fredde e nebbiose, egli amava mettersi il pastrano, e quando rientrava a casa, si divertiva a spaventare tutti, agitando le braccia  e urlando con tono minaccioso "Eccomi.... Sono il Fatone e sto cercando il bambino più piccolo che abita in questa casa." Tutti i bambini scappavano dalla paura, chi si nascondeva nel bagno, chi in camera da letto, chi in cucina, ma Pulce preferiva rifugiarsi dietro un grande camino dove il fuoco scoppiettante creava sul muro ombre che tanto piacevano al bambino. La mamma lo chiamava: "Pulce dove sei???? Ho preparato i  biscotti." Il piccolo bambino cercava di raggiungere la cucina ma tremava all'idea di incontrare il tanto temuto FATONE. Piano piano con gli occhi chiusi faceva piccoli passi ,respirava profondamente,e raggiungeva la mamma in cucina.
Il papà di pulce
La famiglia di Pulce era invidiata da tutti gli abitanti perché dentro di essa splendeva sempre il sole, anche nelle giornate di pioggia. Un giorno in quella casa il sole non splendette più, tanto che gli abitanti si chiesero cosa fosse successo, ma nessuno trovava una risposta soddisfacente. Allora, uno di loro senza esitare un attimo s'incamminò verso la casa e bussò alla porta. Gli aprì quell'omone tanto temuto ma dal cuore grande completamente in lacrime e con in mano un fazzoletto che emanava un profumo di primavera; si asciugò gli occhi dalle lacrime e rivolgendosi all'abitante disse: "Il sole l' ha portato via il buon Dio in un angolo del cielo a noi invisibile,ma la sua luce splenderà sempre nei nostri cuoriImmediatamente l'abitante si rese conto che il sole tanto invidiato, era il sorriso raggiante e caldo di sua moglie. Abbassò la testa togliendosi il cappello e con gli occhi lucidi disse"Ci mancherà" e se ne andò.Il fatone
Dopo pochi minuti tutto il paese era a conoscenza della triste notizia. Pulce nel frattempo diventava sempre più piccolo e più malinconico....gli mancava persino il Fatone nonostante ne avesse paura. Il suo papà non giocava più né con lui né con i suoi fratelli; stava sempre seduto su una grande poltrona di velluto rossa parlando raramente. Pulce avrebbe voluto fare qualcosa per riportare un po' di luce in quella casa così buia ma la sua piccolezza non gli permetteva nemmeno di spostare una sedia.Pensava e sognava di diventare talmente grande da spostare una montagna intera,ma più si guardava, più si rendeva conto che ci sarebbe voluto un miracolo.
Guardava la foto della sua mamma e piangendo le sussurrava "Mamma aiutami a diventare grande in modo che possa aiutare chi ha bisogno e confortare le persone tristi.Portava la foto all'orecchio per sentire quella voce che ricordava così melodiosa percependo parole rassicuranti. "Pulce ,tesoro mio,vedrai che un giorno diventerai talmente grande che tutti si volteranno a guardarti,ma dovrai fare molta attenzione ci sarà gente cattiva ed invidiosa della tua grandezza. Fidati solamente del tuo istinto."Pulce si tranquillizzava e si addormentava rannicchiato in un grande divano rosso. Quando si svegliava pensava fra sé e sé: "Sono il bambino più sfortunato di questo mondo" .... e la notte si sogna
  "Non direi"sussurrò una vocina. Pulce vide in un chiarore abbagliante la sua mamma che gli andava incontro sorridendogli. "Mamma!!!!" esclamò stupito" Vedi Pulce, io rimarrò sempre dentro di te anche se tu non mi vedrai" "Crescerai, studierai e diventerai grande; solo così potrai spostare le montagne""Ricordati Pulce,quando arriverà quel giorno io sarò la prima a saperlo" Dette queste parole la mamma svanì e Pulce improvvisamente non si senti più così sfortunato.Passarono molti anni e Pulce ormai era cresciuto talmente tanto che faceva fatica a oltrepassare le porte se non chinandosi.Era diventato un bravissimo veterinario che curava tutti gli animali del paese,aiutando le persone bisognose che non potevano permettersi le cure dei loro piccoli amici domestici.
 Sulla sua scrivania c'era la foto della sua mamma, ma chiuse a chiave in un cassetto del suo cuore custodiva le parole che tanto tempo fa, lei gli aveva detto. Ahhhhh dimenticavo, ora Pulce non si chiama più così e sposta le montagne.

 
 
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