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Ora vi racconto un'antica leggenda russa che spiega perché i bambini, il giorno di Natale, una volta trovassero nella calza un pezzo di pane nero e ancor oggi nelle lunghe sere invernali, i papà della Russia raccontano ai loro bambini questa storia.
Tanto tempo fa, viveva una vecchia signora, Babuchka, che accoglieva sempre i viaggiatori che passavano davanti a casa sua. Una fredda mattina invernale, bussarono alla sua porta tre signori riccamente vestiti che la pregarono di ospitarli. Babuchka offrì loro un po' di pane nero e una tazza di té e li fece persino dormire nel suo letto. Il giorno dopo, quando si svegliarono, la donna chiese loro come mai fossero in viaggio, e gli stranieri le risposero: Siamo tre re e veniamo da Oriente; stiamo seguendo una stella che ci guida verso Gesù Bambino. Come mi piacerebbe venire con voi esclamò la vecchia.
Babuchka si mise in cammino un po' più tardi degli altri viaggiatori e come dono a Gesù portava un pezzo di pane nero, sua unica ricchezza. Andava a cercare il Bambin Gesù senza nemmeno sapere in quale direzione andare. Si dice che questa vecchietta sia ancora in viaggio, nonostante siano passati tanti anni a cercare notte e giorno in ogni angolo della terra Gesù Bambino. In Russia i doni li porta comunque Babbo Natale che qui viene chiamato Nonno Gelo. Si racconta infatti che sia esistito da sempre e che sia il padrone del gelo, della neve, della grandine, della pioggia e di qualunque maltempo porti con sé l'inverno. Nella Russia sovietica il giorno di Natale é un giorno come gli altri. Ma per coloro che hanno fede é un giorno profondamente diverso. Accanto al presepe, simile allo szopka polacco, la famiglia canta e prega. In alcuni villaggi si usa decorare all'aperto l'abete più grande. Anche gli animali domestici hanno il loro dono; un pane d'avena per i cavalli, un cosciotto d'agnello per il cane, un piatto di pescetti per il gatto. In Russia un tempo le ragazze a Natale, salivano le scale piolo per piolo dicendo: si o no, per scoprire se fosse imminente un fidanzamento.
Per S. Stefano vigeva l'usanza del fidanzamento davanti a tutti gli abitanti del villaggio con lancio di fiori e frutta. Oggi molte di queste tradizioni sono scomparse e fra queste ce n'era una molto graziosa che consisteva nel nascondere nell' abete una gabbietta con due colombe che venivano liberate la notte di Natale in segno di buon augurio. Ci sono anche pranzi speciali anche se non vi sono piatti caratteristici legati al Natale. Alcune tradizioni resistono in Ucraina, dove era abituale rispettare il digiuno per 39 giorni precedenti al Natale. Alla comparsa della prima stella, la famiglia si sedeva a cena dove consumava dodici portate, in onore dei dodici apostoli. Speciale leccornia della vigilia di Natale erano i semi di grano integrale, tenuti per ore a macerare e aromatizzati con semi di papavero schiacciati e mescolati nel miele.
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