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Nelle campagne intorno ai monasteri e nelle città intorno alle cattedrali, la vita della gente, anche nel Medioevo, era allietata dalle canzoni profane, cioè non religiose, che avevano per tema prima di tutto l'amore. Continuavano anche forme di teatro che derivavano da quello romano, con i suoi mimi e i suoi giullari. È questa l'epoca dei trovatori e dei menestrelli, che giravano di paese in paese, di castello in castello, portandovi le loro nuove canzoni. I trovatori componevano i testi e le musiche che cantavano, i menestrelli erano invece semplici esecutori. Accompagnandosi con il liuto, l'antenato della moderna chitarra, essi cantavano gli ideali della cavalleria, e fra questi la devozione alla donna, esaltata quasi come una dea. Molti di loro erano di origine popolare. e in ogni caso erano vicini alle condizioni di vita del loro tempo; perciò le canzoni dei trovatori non erano più scritte in latino, ma nelle lingue parlate comunemente, le lingue volgari. I più famosi furono i trovatori della Provenza, nella Francia meridionale, che usavano la lingua doc, oggi scomparsa; ben presto si diffusero però anche nella Francia settentrionale dove erano detti trovieri e usavano la lingua d'ori, da cui deriva il francese moderno, nell'Italia del Nord, in Spagna e anche in alcune regioni tedesche, dove erano chiamati Minneséinger, cioè cantori dell'amore.
Nel Trecento venne riconosciuta alla musica profana una dignità artistica del tutto pari a quella della musica sacra. Nacque in Francia l'ars nova, che si estese rapidamente anche in Italia e in Inghilterra. Il massimo rappresentante di questa scuola fu Guillaume de Machaut, fine poeta oltre che musico, di cui ci rimangono molte composizioni. In Italia si distinse il fiorentino Francesco Landino, un cantore cieco che sapeva suonare tutti gli strumenti. La composizione più tipica dell'arte nuova italiana fu il madrigale, che aveva contenuto per lo più amoroso. Solitamente era a due o piu voci e si basava su due motivi: uno per le strofe e uno per i ritornelli. Gli strumenti musicali in uso erano ormai molti. L'organo, di origine egizia, era usato soprattutto nelle chiese e pian piano divenne lo strumento principale della musica sacra. Oltre all'organo positivo, che si appoggiava su un piano e si suonava a due mani, esisteva una versione più piccola, l'organo portativo, che si suonava con la mano destra mentre con la sinistra si azionava il mantice per introdurre l'aria che poi usciva dalle canne. Lo strumento ad arco piu comune era la viella, l'antenata della viola. C'erano poi flauti, corni, arpe e strumenti a percussione di varia grandezza.
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