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Cristina......quando i sogni diventano realtà |
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Cristina andava in giro vestita di stracci. Non aveva genitori, non aveva casa. Cristina cercava da mangiare nei bidoni della spazzatura, trovava rifugio nei portoni vuoti e dormiva nelle auto abbandonate. Sopravviveva a stento vendendo per strada fiammiferi che nessuno voleva. Era arrivato l'inverno e il Natale era alle porte. Le vie splendevano di addobbi, ghirlande e angeli di cartone ed erano piene di gente che vendeva o comprava regali.
Nell'aria risuonava una musica d'organo. Babbi Natale facevano tintinnare i loro campanelli. Ben coperto di lana e pelliccia, ognuno se ne andava per la sua strada tutto preso dall'allegria delle feste. Era tardi e le strade erano vuote. Pallida, affamata e con i piedi lividi dal freddo, Cristina si fermò davanti ad una panetteria. Con il naso schiacciato contro la vetrina, rimase a fissare incantata i dolci. Ma non per molto... Il Signor Egidio, il fornaio gia si stava precipitando con urla e strilli "Via di qui, mocciosa! Mi imbratti la vetrina, mi rovini il marciapiede! vattene via, stracciona o ti faccio assaggiare il mio matterello!" Spaventata la povera bambina fuggì nel buio. Arrivò in un cantiere e si accese un fuoco caldo e luminoso e il suo tepore la confortò. Ma non per molto... All'improvviso un ululato di sirene squarcio il silenzio della notte. Una fila di camion dei pompieri si precipitò attraverso il cancello. Cristina era di nuovo in fuga, la sua ombra piccola e sottile correva con lei. Ma la bambina non andò lontano. Le forze la abbandonarono e il suo corpicino magro si arrese. Barcollante, senza fiato, stanchissima, crollò sul marciapiede. " Questa" pensò " deve essere la fine". E cominciò a pregare, più forte che poteva: Per favore, lasciami vivere ancora un pochino, giusto il tempo di conoscere il sapore dei dolci, di una fetta di tacchino o di prosciutto. Mi piacerebbe cosi tanto... ah se solo qualcuno mi ascoltasse! Dai campanili si sentì il rintocco della mezzanotte, ed ecco che un lampo e un tuono scossero Cristina.
Dopo mezzo secondo una gigantesca torta di compleanno atterrò davanti a lei. Mentre stava ancora raccogliendo le briciole dal marciapiede, arrivò a gran velocità una schiera di tacchini arrosto, seguiti da un'intera fila di prosciutti. Coperte di lana e un piumino rosso le scesero dolcemente sulle spalle. Qualcuno l'aveva ascoltata, i suoi desideri si stavano avverando. Ghirlande di salsicce caddero con un tonfo e la circondarono come un pubblico attento. Un triciclo planò ai suoi piedi, poi tornò la calma. Ma non per molto... Un secondo lampo e...crac! La tempesta si scatenò di nuovo. Da nuvole nere e pesanti si rovesciò la più caotica accozzaglia di oggetti che si potesse immaginare. Tutto, tutto ciò che Cristina aveva desiderato nei suoi sogni stava piovendo giù dal cielo. I lampioni tremavano e il suono sussultava. Il Signor Egidio e sua moglie erano ancora svegli a contare il denaro. I tuoni e gli schianti attirarono la loro attenzione. Il panettiere spiò attraverso gli scuri. " Incredibile!" esclamò. " piovono cose!"
Verdi di cupidigia si precipitarono fuori per arraffare quei tesori. Un' intera stanza da bagno gli grandinò addosso e le loro grida affogarono in una montagna di fragole. Solo verso mattina il cielo si rasserenò. Cibo e oggetti si erano accumulati fino a un'altezza di 11 metri. Cristina ne sgusciò fuori senza un graffio." Ma guarda un pò quante cose ho desiderato!" esclamò. In quell'istante arrivo un postino pedalando veloce. Scivolò con la bicicletta su una pozzanghera di marmellata e piombò tra le braccia spalancate di un orsacchiotto a grandezza naturale. " Aiuto! Non mordermi" urlò il postino. E solo un orsacchiotto gli spiegò Cristina, aiutandolo a rimettersi in piedi.
" Perbacco! dev'essere scappato dallo zoo! Ma cosa succede qui? E tutto questo cos'è?" " E' tutto per me! Sono cose che ho desiderato, e ieri notte sono arrivate. Questo e tutto "Questo non è tutto"! Cosa ne vuoi fare? Regalare tutto. Adesso, subito, prima che si rovini" rispose Cristina. "Se è cosi, vado a raccontarlo in giro. E così storpi, zoppi, affamati e infreddoliti, giovani e vecchi, disoccupati e infelici, malati e ciechi e tonti uscirono allo scoperto. Emergevano tutti dagli angoli tristi, oscuri e dimenticati della città. Dalle loro ville i ricchi osservavano a disagio quell'infinita processione e si sentivano meschini ed egoisti. Uno scandalo per il buon nome della nostra città. Quanta miseria si nasconde tra le nostra mura! Un indegna sfilata di gente che ha dimenticato qual'è il suo posto! urlava il sindaco al telefono. Convocò immediatamente il consiglio comunale, che si riunì e prese decisioni.
Una delegazione guidata dal sindaco doveva studiare il fenomeno da vicino. Fu mobilitata la polizia municipale e i militari uscirono dalle caserme al suono della tromba. Nel frattempo il fornaio e sua moglie si avvicinarono zoppicando a Cristina e si inginocchiarono ai suoi piedi:" ragazzina, chiunque tu sia, perdonaci! Siamo stati senza cuore, lasciaci riparare, accetta il nostro aiuto. Cristina sorrise e rispose: " un pò d'aiuto è proprio quello che ci vuole!"Iniseme fecero ordine in quell'ammasso di cose, poi cominciarono a scegliere, dividere e accatastare tutto in un magazzino poco distante, di proprietà del Signor Egidio. Il sindaco e i consiglieri rimasero di sasso quando scoprirono che all'origine di tutto quel trambusto non c'era che una bambina pallida.Una bambina che distribuiva montagne di roba a una moltitudine di gente paziente.
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