Ogni tomba un prezzo diverso, secondo il progetto, le dimensioni, gli ornamenti: 15 mila mila euro per un modello-base, 117 mila per una cappella degna di un cimitero monumentale. Ammonterebbero a 709 mila euro le tangenti incassate dall' ex funzionario dell' Ama Francesco (e non Alberto, come erroneamente indicato ieri) Renzetti, arrestato martedì con Alfredo Guagnelli, titolare della ditta di pompe funebri «Guagnelli Alfredo e Bruno srl», per i sepolcri fuorilegge al Verano e a Prima Porta. Ma l' inchiesta conta anche 15 indagati: sono Bruno Guagnelli, fratello di Alfredo, Roberto Pasi, un altro imprenditore del settore (la sua ditta è stata perquisita dai carabinieri della compagnia Piazza Dante), e 13 concessionari: i pm Giovanni Bombardieri e Francesco Ciardi li accusano di corruzione per aver pagato le mazzette a Renzetti, direttore del catasto cimiteriale fino a maggio 2006, quando si è dimesso dall' incarico e, ritenendosi perseguitato, ha citato in giudizio l' Ama per mobbing. L' ordinanza di custodia cautelare del gip Sante Spinaci ricostruisce date e cifre, elencando, caso per caso, i documenti fasulli utilizzati per ottenere le concessioni in barba alle liste d' attesa. Le tombe, sostiene il giudice, sono state costruite «in violazione di tutta la procedura di assegnazione», grazie alla «sistematica falsificazione degli atti pubblici». Guagnelli (e a volte Pasi) «procacciava i clienti», li conduceva da Renzetti e incassava il compenso per i lavori eseguiti; l' ex funzionario incamerava gli oneri cimiteriali che, se i sepolcri fossero stati regolari, sarebbero spettati all' Ama. A pagare, da ottobre 2002 in poi, sarebbero stati nobili, professionisti e imprenditori: Ruggero Guidoni (70 mila euro), Giovanni Mariani (centomila), Elio Leonardi (46 mila), Adriana De Filippis Delfico (15 mila); Rolando Cursi (poi deceduto, 70 mila), Luigi De Luca (30 mila), Dovilia Ferretti (50 mila), Goffredo Fornari (50 mila), Stefania Ciacci (27 mila), Nicola Caiola (44.279), Ermiro Iazzolino (55 mila), Michele Reinero (117 mila) e Gloria Volpi (35 mila). Le tombe fuorilegge elencate nell' ordinanza sono 22 (a nove concessionari non sono stati contestati reati), ma quelle nel mirino della procura sarebbero un centinaio. Compreso un sepolcro di lusso costato 440 mila euro. Anche il numero degli indagati è destinato a salire: «Sono in corso di identificazione - scrive il giudice - funzionari della direzione Servizi funebri». Ma per l' avvocato Carlo Arnulfo, che difende Renzetti, non c' è traccia di corruzione: «Tutt' al più - sostiene - si possono ipotizzare episodi di appropriazione indebita o di truffa almeno per quanto riguarda le somme versate dai concessionari per il pagamento degli oneri cimiteriali». Oggi gli interrogatori di garanzia.