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Era un triste giorno d'inverno nella vivace città di Myra. Il nevischio formava un manto di fanghiglia sulle strade tortuose ricoperte di ciotoli.Tre sorelle stavano rientrando a casa con i pochi spiccioli elemosinati quel giorno. Oh, aspettate un momento, disse la più giovane. Sta arrivando un corteo nuziale. Vorrei tanto vedere il vestito della sposa. È un abito delizioso, sospirò la seconda, eppure io sarei felice di sposarmi con indosso questi vecchi stracci. Ma non succederà mai, aggiunse la maggiore, asciugandosi una lacrima, perché papà ci ha detto che non ha soldi per farci la dote. Ma questo significa proprio che nessuna famiglia vorrà che suo figlio sposi una di noi chiese la più giovane. Certo, rispose cupamente la seconda. L'unica cosa che ci è rimasta da vendere siamo noi stesse, aggiunse la maggiore. Detto ciò, il terzetto si allontanò dalla strada affollata dove gli invitati al matrimonio sgomitavano allegramente, e imboccò un vicolo che conduceva alla parte più della povera della città. In mezzo alla folla c'era il vescovo di Myra, che sorrise alle ragazze quando queste gli passarono accanto. Pensate di sposarvi presto? » domandò gentilmente. Le ragazze scossero la testa. «Papà non ha soldi per pagare la dote spiegarono. Il volto del vescovo si rabbuiò ed egli rimase a guardare tristemente le ragazze che proseguivano verso casa. Abitavano in una povera casupola ad un piano. D'inverno dovevano tenere chiuse le imposte per ripararsi dagli spifferi gelidi. Dal camino saliva a spirale un filo di fumo dal fuoco di torba che avevano lasciato bruciare pian piano durante il giorno. Ho i piedi fradici, rabbrividì la più giovane mentre si toglievano le scarpe davanti al focolare. E i miei sono gelati, disse la seconda. Ma possiamo lasciare le scarpe vicino al fuoco e appendere le calze ai ganci del camino, sospirò la maggiore. Almeno domani inizieremo la giornata un po' più al caldo di come l'abbiamo finita oggi. Così si misero un po' più a proprio agio nella tenue luce del fuoco, aspettando il ritorno del padre. Questi era arrabbiato e avvilito dopo un' altra giornata passata a cercare inutilmente un lavoro. Insieme consumarono la loro cena a base di pane e minestra, cercando di non pensare all'indomani.
Quando il fuoco diminuì, andarono a letto. Nel frattempo il vescovo era andato alla festa di nozze, ma continuava a pensare alla triste condizione delle tre sorelle. Oh Dio, rifletteva, «le ragazze povere che non si possono permettere di sposarsi finiscono spesso a fare i lavori peggiori. Oh Dio, sospirava tra sé mentre partecipava a quel sontuoso banchetto di nozze. Non è giusto che certi abbiano così tanto e altri così poco. Il padre della sposa si sentiva generoso quella sera. Ah, Nicola, disse scorgendo il vescovo. Ti ringrazio immensamente per aver celebrato il matrimonio oggi. Volevo darti un piccolo pegno della mia gratitudine per il tuo aiuto e la tua cortesia », e così dicendo gli mise in mano un sacchetto di monete. « Un matrimonio è un evento così lieto, no? » disse entusiastaallontanandosi per salutare altri ospiti. «Sì, certo », rispose Nicola sentendo il peso delle monete nel sacchetto. Verso mezzanotte, il vescovo lasciò furtivamente la festa e si affrettò verso la casupola dove vivevano le tre sorelle. Il posto era completamente al buio e la porta serrata. Allora ebbe un' idea. Una scala esterna della casa accanto era così vicina che si poteva agevolmente passare da quella al tetto della casupola.«E da lì,» si disse Nicola mentre si arrampicava su per le tegole, «posso raggiungere il comignolo. Ne esce così poco fumo che sicuramente le monete non saranno danneggiate dal poco fuoco rimasto ». Ridendo tra sé, versò il sacchetto di monete giù per il camino e si allontanò più in fretta che poteva. La mattina dopo, la figlia più giovane si alzò e andò a prendere le calze. « Oh! » esclamò.« Una moneta d'oro é apparsa dal nulla nella mia calza ». La seconda andò a vedere e prese le proprie calze. «C'è una moneta anche nelle mie », disse, «e guarda, altre monete sono rotolate nelle nostre scarpe! «E ci sono monete pure tra la cenere », disse la maggiore, accigliandosi per lo stupore e ridendo al tempo stesso. Il padre si unì alla loro allegria e insieme contarono le monete. « Be', sono sicuro che non avrò problemi a proporre a qualcuno dei miei vecchi amici adorabili mogliettine per i loro figli », sorrise. « Un dono è sceso dal cielo e ci porterà tante benedizioni ».In un' altra parte della città il vescovo Nicola guardava sorgere il sole. Rideva pensando alla gioia che ci sarebbe stata nella casa dove vivevano le tre sorelle. «Mi auguro che quella famiglia sia più felice, ora,» disse, «perché quel dono l 'ho dato con amore e spero che l'amore si diffonda ovunque ».
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