policoro
  Devi
 
La Dea Devi è la consorte di Shiva, dio della creazione e delladistruzione. È la madre di tutto e tiene nelle mani gioia e dolore, vita e morte. È conosciuta con molti nomi, sotto forme diverse. In quanto madre della vita, Devi porta la pioggia e protegge dalla malattia. È dolce e piena d'amore. Come madre della morte, è terribile. Quando assume le sembianze di Durga, la dea guerriera dai capelli gialli, è spaventosa. Ha otto braccia e, col suo cavallo, si lancia nella battaglia contro i nemici. Quando Durga è adirata, dalla sua fronte nasce la dea Kali e allora non è soltanto il malvagio a doversi nascondere impaurito, ma anche il buono.
Kali infatti è una combattente così implacabile e furiosa che viene completamente divorata dalla sete di sangue: se non viene fermata, si scatenerà per il mondo, combattendo finché non sarà rimasto vivo nessuno. Durga stessa è una combattente quasi senza pari. Ha il compito di proteggere gli dei dal demone Mahisha che, nelle sembianze di un enorme bufalo, li aveva terrorizzati con i suoi zoccoli e con le sue corna implacabili e con l'uragano provocato dal suo respiro. Neppure Visnù, il protettore, né Shiva, il distruttore, poterono sconfiggerlo. Durga, a cavallo del suo leone, si lanciò contro il bufalo e lo prese al laccio. Allora Mahisha si trasformò in un leone. Durga tagliò la testa al leone, ma il demone divenne un uomo armato con la spada e lo scudo.

Durga tirò una freccia contro l'uomo, e Mahisha si trasformò in un elefante enorme, che proclamava la sfida con un barrito. Con la sua spada, Durga tagliò la proboscide all'elefante, allora Mahisha si trasformò nuovamente in un enorme bufalo e la attaccò. Ma la dea, con gli occhi iniettati di sangue e in preda al furore della battaglia, aveva già fatto un balzo. Montò sul bufalo e lo colpì al collo con un calcio, facendo uscire per metà, fuori dalla bocca del bufalo, lo spirito di Mahisha. Fece poi roteare la spada e tagliò la testa del demone. Quando il bufalo cadde, tutti gli dei gridarono: "Vittoria!" Tutti i demoni, invece, piangevano in preda al dolore. Una volta, però, nella battaglia con i signori dei demoni Chanda e Munda e con il demone Raktabija, Durga fu messa in difficoltà. La ragione fu questa: ogni volta che una goccia del sangue di Raktabija toccava il terreno, generava immediatamente una copia del demone.
Più Durga combatteva contro di lui, più c'erano copie da combattere. Allora Durga chiamò in soccorso Kali. La dea arrivò, con la lingua che le penzolava dalle zanne, avida di assaporare il sangue che  impregnava l'aria. In una delle sue quattro mani teneva una spada insanguinata. Dapprima, con un ruggito, ammazzò i signori dei demoni. Poi attaccò Raktabija, tagliandogli la testa con un colpo di spada. Con la lingua raccolse ogni goccia di sangue, via via che cadeva. Poi, avidamente, bevve tutto il sangue rimasto nel corpo. I piccoli demoni, spuntati dove alcune goccioline di sangue avevano toccato il terreno, li trangugiò tutti interi. Tale è la collera di Devi, la madre, che tiene l'universo nel suo grembo.
 
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