policoro
  Un cane di nome Stella
 
C'era una volta una montagna, anzi c'è ancora, anzi sono tante montagne tutte in fila e si chiamano Pirenei. Lassù le notti sono a volte buie buie, ma a volte cosi piene di stelle che i pastori se ne stanno a guardare a lungo in su prima di addormentarsi. Anche le pecore guardano un poco in su, e anche i cani pastori che là si chiamano Pastori dei Pirenei. In una bella notte stellata da una coppia di questi cani nacquero, tra i pastori e le pecore addormentate, sette cagnolini. La prima cosa del mondo che videro fu il cielo dei Pirenei, che così grande, pure entrava con tutte le sue stelle dal finestrino del casolare. Poi videro le pecore che dormivano, poi i pastori che dormivano, poi la madre e il padre che dormivano e cosi, anche loro appena nati, si addormentarono.


Crebbero in quelle montagne con le pecore che difendevano di giorno e di notte, ed ebbero dei figli che a loro volta ebbero dei figli e così via, finchè alcuni di loro, chissà come vennero a nascere molto lontano dai Pirenei, addirittura in Italia, in un paesino senza nemmeno una montagna. A uno di questi cagnolini, una piccola femmina dei Pirenei, fu dato il nome Stella, come se fosse nata anche lei sotto le stelle, in mezzo alle pecore, come i suoi avi.
Stella era bellissima, tutta bianca con solo un'ombra grigia tra gli occhi un pò obliqui. Quell'ombra era forse il desiderio di Stella di vedere, almeno una volta, come era fatta una pecora vera e come erano fatti i Pirenei. Stella era quasi felice. Correva tra i prati con le zampe grassocce, e le guance che pendevano un po facevano cick ciock. Era molto amata. Gli uomini le facevano festa e lei faceva festa a loro, sopratutto ad Elisabetta, una bambina anche lei dagli occhi un po obliqui, che le diceva sempre delle paroline dolci per esempio: bella, bellina. Stella l'amava molto. La considerava un po pecorella da difendere e proteggere giorno e notte e pensava: Forse le pecore sono fatte un pò così, a forma di bambina. Nata di primavera, Stella passò l'estate felice, con la sua bambina preferita. Cresceva a vista d'occhio, anche se le guance continuavano a pendere un pò e a fare cick ciock come quando era piccola.


Quando venne l'autunno, Stella cominciò a sentire nell'aria la parola Città e, senza sapere cosa volesse dire, intuì che quella parola aveva a che fare con la vita della sua bambina preferita e con la propria. Una mattina infatti la bambina dagli occhi obliqui e Stella vennero portate in una grande città.
Non più alberi e fiori, solo semafori gialli rossi e verdi, automobili e tram. Stella dapprima  spaventata, piano piano si abituò. Tutte le sere il cane e la bambina facevano passeggiate sotto casa, in una via stretta e rumorosa. Nonostante il traffico, questi giretti erano cosi belli che il cane e la bambina cominciarono ad allontanarsi sempre di più. Una sera, cammina e cammina, si trovarono nella piazza più grande della città; nel mezzo c'era una bellissima cattedrale. La cattedrale era cosi alta cosi alta che Stella, col cuore che le batteva forte penso: Ecco, finalmente sono arrivata ai piedi dei Pirenei. 

Ora doveva assolutamente salire, certo lassù avrebbe trovato la neve,le pecore,e le stelle. Dietro a una porticina c'era una minuscola scala a chiocciola. Il cane e la bambina cominciarono a salire a salire: guglie e pinnacoli erano vette altissime per Stella che, emozionata,saliva sempre più in alto. Al millesimo gradino la scala a chiocciola fini, erano arrivate; a guardar su il cielo era grande grande e ormai tutto buio. La bambina disse: Guarda quelle statuine d'oro che brillano e stella penso: Come luccicano le stelle dei Pirenei! E poi la bambina disse: Guarda incomincia a nevicare!" e Stella pensò: Che bella la neve dei Pirenei.


E poi la bambina indicò un piccione e disse: Guarda come dorme e Stella pensò:
Che bella questa pecorella dei Pirenei. Gli corse vicino, ma il piccione impaurito si alzo in volo e allora Stella corse da un altro, e anche questo impaurito volo via, e poi da un altro e da un altro ancora, tutti fuggivano leggeri nell'aria. volano bene queste pecorelle!" pensò Stella e corse felice dalla sua bambina come per dirle: Hai visto che sono finalmente arrivata dove tanto desideravo arrivare. E restò lì incantata a guardare in su le pecorelle che volavano e i fiocchi di neve che volavano e le mille e mille stelle luccicanti del cielo dei Pirenei.

 
 
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