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L’animismo permette di comunicare attraverso il creato con il Dio supremo ed è una religione dalle implicazioni universali, mentre il feticismo è la pratica che attraverso simboli, simbolismi e rituali magici dà la credenza ai praticanti di possedere i geni e le forze soprannaturali per soddisfare i bisogni immediati della vita.
L’animismo è una religione che attribuisce un’anima a tutti i fenomeni naturali, un' energia che pervade tutto l’esistente, visibile ed invisibile, causa di ogni fenomeno, della vita e della morte, della stabilità e di ogni cambiamento, intrinseca ad ogni essere vivente, uomo, animale o vegetale, e nella materia sia essa solida, liquida o gassosa. L’animista possiede la ferma convinzione dell’esistenza di questa energia, la sua iniziazione ed il suo percorso religioso consistono nella acquisizione di una profonda sensibilità nei confronti della natura, nell’osservazione dei fenomeni naturali e degli avvenimenti ciclici come i giorni, le lunazioni, le stagioni. Le influenze sugli accadimenti naturali sono per l’animista un libro nel quale sono per lui possibili letture profonde e significative, le analisi che l’animista è in grado di compiere sono il frutto di una sensibilità ottenuta con l’abitudine alla esplorazione dei significati che la natura dona alla comprensione dell’uomo. L’animismo non può essere semplicemente liquidato con la superficiale definizione di religione primitiva.
La complessità e la profondità delle idee e dei concetti di questa religione è, per il ricercatore, sorprendente, un vero mondo in cui, come in altre religioni, le forze del male e del bene si scontrano. Queste lotte immani e misteriose si manifestano nella natura e nel mondo materiale sottoforma di simboli che l’animista vuole decifrare. La consapevolezza che in un seme vi è l’intera anima della pianta, un disegno preciso, l’esecuzione di un progetto grandioso, il desiderio insito di vivere, germogliare,crescere, fiorire, fruttificare allo scopo di realizzare un suo simile, per essere nella sua essenza eterno, è un esempio emblematico della complessità e spessore delle analisi e della profondità di lettura della natura nell’animismo.
Un codice che l’animista acquisisce non solo nell’attento esame delle manifestazioni naturali ma anche attraverso l’insegnamento di un anziano, un maestro con il quale, anche dopo la sua morte, continuerà ad avere uno stretto rapporto spirituale; lo invocherà continuamente chiedendo protezione e intercessione durante i rituali religiosi. L’animismo in Africa occidentale è la religione autoctona praticata da molto tempo ancor prima che arrivassero Islam e Cristianesimo, considerate religioni dei popoli invasori. Queste religioni sono state in generale accettate dalle popolazioni ma adattate alle loro credenze e sovente snaturate dei loro messaggi originali. Nelle tradizioni dei popoli animisti l’accettazione di una nuova credenza religiosa non si contrappone ai loro princìpi. I portatori di nuove religioni sono sempre accolti con le loro divinità, che vengono in qualche modo inserite nel pantheon delle divinità locali, anzi, in alcune circostanze, quando il confronto di superiorità è per essi evidente, dichiarano senza esitazione che il Dio dei cristiani o dei musulmani è più forte dei loro. Nelle città di Bobo Dioulasso e a Moptì, si può constatare la presenza negli affollatissimi mercati di numerosi banchi di vendita di oggetti delle più variate provenienze religiose. Sono in bella mostra: code di serpenti, camaleonti rinsecchiti, mazzi di piume di gallina e quant’altro necessario per il rito feticista affiancati alle immagini di Papa Woitila, S. Antonio di Padova, croci, Bibbie e Vangeli, Corani di varia foggia, rosari cristiani e musulmani, poster raffiguranti la Kaba e persino immagini induiste giunte in chissà quale modo.
E’ veramente formidabile il sincretismo religioso di questa straordinaria cultura. Argomento quest’ultimo che potrebbe insegnarci la strada per una possibile pace mondiale. Gli antropologhi considerano l’animismo come la religione tradizionale dell’Africa, e se pur vero che i rituali e le pratiche variano tra le etnie, la sostanza di fondo resta la medesima ovunque. Il nome di Dio è pronunciato nelle preghiere, nelle benedizioni, durante i sacrifici. Dio dona la vita eterna dopo la morte. L’animismo si caratterizza secondo l’etnia e si presenta in modo differente secondo la storia del gruppo etnico, delle sue componenti storiche anche di un passato lontano, o dei personaggi veri o mitizzati che si sono distinti per le capacità sciamaniche e divinatorie. Il culto animista ha dei giorni imposti durante l’anno in cui si svolgono i rituali. In queste occasioni vengono effettuati sacrifici di animali, generalmente polli , offerte d’acqua,di farina, di olio, di birra di miglio e altro, che vengono posti in un luogo consacrato ed offerti a Dio.
L’animista crede in un Dio creatore che mantiene il perfetto ordine delle cose, tutte concatenate tra loro; il suo aspetto non viene mai antropomorfizzato, anzi è pensato tutt’uno con l’intero creato in un’idea che può rappresentare una sorta di panteismo dell’universale.Nel pensiero degli animisti africani Dio è troppo potente per interessarsi all’uomo, egli è al di sopra delle esigenze minute dei piccoli problemi umani, per questi bastano gli intermediari, e cioè i geni, le forze spiritiche del simbolismo, che vengono esortati con rituali magici
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