policoro
  Un cuore gonfio di tristezza
 

La luna era lassù, più pallida del solito. Si rispecchiava sul lago, si rompeva con le onde, si ricomponeva e guardava verso un ponte di legno. Da quel ponte, ogni tanto cadeva una lacrima, formando nell'acqua dolci cerchi. Usciva dal ciglio triste di Pierrot che piangeva in silenzio, per non disturbare nessuno. Quel giorno aveva già avuto due grossi dispiaceri. Gli si era stretto il cuore quando un gatto randagio aveva strappato un petalo da un fiore e aveva ancora sofferto vedendo due nuvole bianche, esili, leggere, brutalmente spazzate via via da un orribile ventaccio sorto e sparito in un minuto.

 Dolori, sempre dolori, nella sua vita. Ma il più grande, il più straziante, quello che lo portava quasi alla soglia del nulla, era racchiuso in un nome sublime: Isabella. L'aveva vista solo un attimo, in riva al lago, tanti anni fa, lontano nel tempo, o forse l'aveva solamente sognata. Ed ora come sempre, l'aspettava sul ponte di legno. Isabella non lo sapeva, ma il cuore di Pierrot le mandava continui messaggi appassionati. Quel cuore non faceva come tutti gli altri: " Puf, pof, puf, pof". Esso ripeteva sommessamente :"Isa-bella, Isa-bella, Isa..."D'improvviso un canto, delle risa spensierate: ecco, arrivano i suoi cari amici, Colombina, Arlecchino, Brighella e tutti gli altri. Le maschere gli corrono incontro e lo chiamano: "Pierrot, Pierrot é la tua festa, non ricordi? Vieni ti aspettano tante sorprese.

Ciondolando la testa, strascicando i piedi, Pierrot si avvia verso l'allegra brigata, mentre il pallore del suo viso si anima nella luce di un timido, dolce sorriso.

 
 
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