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  Il fiume Sinni
 
Il fiume Sinni nasce dal Monte Serra Giumenta (m 1518), sul gruppo del Monte Sirino, e dopo aver attraversato le province di Potenza e Matera, sfocia nel Golfo di Taranto. Il fiume attraversa nel suo tratto finale il bosco Pantano, eccezionale esempio di bosco planiziale relitto. La variabilità della geomorfologia della Basilicata origina una complessa rete idrografica, superficiale e sotterranea. Il regime dei corsi d'acqua lucani è tipicamente torrentizio, caratterizzato da massime portate durante il periodo invernale e da un regime di magra durante la stagione estiva.  Numerosi corsi d'acqua, tra cui anche il Sinni, sono stati intercettati mediante la costruzione di dighe e di invasi artificiali. Le prime notizie scritte relative al fiume Sinni ci vengono fornite da Strabone, che parla del Sinni come di fiume navigabile. . L'antico insediamento di Siris costituì il porto fluviale della città di Eraclea, fondata nel 432 a.C., fino al VI secolo dopo Cristo. Il fiume si mantenne navigabile per molti secoli, fino a quando lo sconsiderato disboscamento delle sue sponde, la mancata regolamentazione del suo corso e, di recente, la realizzazione della diga di monte Cotugno, lo hanno trasformato nell'attuale fiumara.  L'approdo alla foce è infatti menzionato nel "Compasso del Navigare", pubblicato nel 1250 e, ancora nel 1600, il fiume doveva essere praticabile a chiatte che imbarcavano merci a S.Laura, contrada di Rotondella.
Foto di Piero Petruzzelli
Foce del Sinni
 
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