Montalbano
Salvo Montalbano è un
personaggio letterario, protagonista dei
romanzi polizieschi di
Andrea Camilleri. Montalbano è un
commissario di
polizia che svolge le sue funzioni nell'immaginaria cittadina di
Vigata, sulla costa
siciliana.
I racconti sono caratterizzati dall'uso di un italiano fortemente contaminato da elementi della lingua siciliana e da un'ambientazione siciliana particolarmente curata.
Il nome Montalbano venne scelto da Camilleri in omaggio allo scrittore spagnolo Manuel Vázquez Montalbán, creatore di un altro detective famoso,
Pepe Carvalho: i due personaggi hanno molte cose in comune, l'amore per la buona
cucina e le buone
letture, i modi piuttosto sbrigativi e non convenzionali nel risolvere i casi, una storia d'amore controversa e complicata con donne anch'esse complicate.
Biografia
Montalbano è nato a
Catania nel
1950, quindi nel 2008 si avvia ad essere un sessantenne (descrive gli
avvenimenti del '68 affermando di avere all'epoca 18 anni).
Si è laureato in giurrisprudenza, ha iniziato la sua carriera verso i trent'anni e ha fatto un apprendistato che lo ha portato come vicecommissario in un paesino di montagna, Mascalippa in provincia di Enna, fino a quando è stato trasferito a vigata cittadina sul mare in provincia di Montelusa. In una località vicina a Vigata, Marinella, il commissario ha affittato una villetta sul mare, che poi acquisterà, dove abitualmente vive solo, salvo quando viene a visitarlo la fidanzata Livia, che vive a
Boccadasse, un
quartiere di
Genova, e che appare nei romanzi come filo rosso sempre presente nella sua vita. La casa di Marinella sarebbe invisibile, dato l'abituale disordine che caratterizza l'agire di Montalbano, se non ci fosse la preziosa adenzia della cameriera Adelina, scorbuitcama fedele donna di servizio e cuoca, nonostante abbia due figli delinquenti arrestati spesso proprio dal commissario. Adelina è una bravissima cuoca e lascia sempre qualche piatto siciliano nel frigorifero o nel forno per il commissario che abitualmente pranza nel ristorante "Da Calogero con abbondanti piatti di pesce, il cibo preferito da Montalbano. Puo capiatare peroc he talvolta il commissario di ritorno a casa non trovi niente di preparato: in questo caso Montalbano non si perde d'animo e èranza abase di passuluna e formaggio caciocavallo.
Raramente accade invece che trovi il piatto principe di Adelina la
pasta ncasciata che fa nitrire di piacere il nostro commissario.
Tra Livia e Adelina c'è una perfetta incompatibilità di carattere per cui, quando è presente in casa l'una, è sicuramente assente l'altra.
I più stretti collaboratori di Montalbano sono il suo vice Domenico Augello, amico ed impenitente " fimminaro" che Montalbano chiama con il diminutivo di Mimi, l'ispettore Fazio, solerte, efficientissimo e di grande aiuto nella ricerca di indizi, Catarella, il simpaticoagente centralinista tonto e perciò, secondo Camilleri esperto di informatica. Il commissario da parte sua ha un rapporto di amore-odio con la moderna tecnologia: ne riconosce i grandi vantaggi ma la sente ormai estranea alla sua età. Divertenti sono le sue considerazioni, che riflettono quelle del suo creatore, che gli fa proprio a proposito die telefonini.
« La chiamò al cellulare, ma arrisultò astutato (spento). Anzi per la precisione la voci registrata disse che la pirsona chiamata non era raggiungibile. E consigliava di riprovare doppo tanticchia (un po'). Ma come si fa a raggiungere l'irraggiungibile?. Solo provando e riprovando doppo tanticchia? Al solito, quelli die telefoni tiravano a praticare l'assurdo. Dicevano, per esempio: il numero da lei chiamato è inesistente… Ma come si permettevano un'a affermazione accussi. Tutti i nummari che uno arrinnisciva a pensari erano esistenti. Se veniva a fargli mancare un nummaro, tutto il mondo si sarebbe precipitato nel caos. Se ne rendevano conto quelli dei telefoni, sì o no?
Complesso il suo rapporto con la religione: e senz'altro un laico ma non un mangiapreti, non è crudente ma man mano che la vecchiaia avanza, romanzo dopo romanzo, diventa sempre più introverso e sgomento di fronte ai problemi dell'età con i suoi piccoli inconvenienti come i vuoti di memoria, a cui deve rimediare, vergognandosi, prendendo appunti, e con le grandi paure improvvise come quando al risveglio gli compare ossessivamente nel cervello «
non un pinsero completo, ma un principio di pinsero, un pinsero che accomenzava con queste ‘ntifiche parole: Quanno viene il jorno della tò morti...».(op.cit., p. 11). Forse per il non credente Montalbano è questo il ricordo della preghiera dell'"
Ave Maria" recitata da bambino («
..e nell'ora della nostra morte») ? Ed era una sorta di "
Padre nostro" quello che invocava quando ne
Il giro di boa, credeva di essere stato colpito da un
infarto? «
mentre il dolore diventava una specie di trapano rovente nella carne viva, litaniò dintra di sé: "Patre mio, patre mio, patre mio..." Litaniava a sò patre morto... Ma sò patre non ascutò la priera.»