policoro
  El Merendero
 
 
Mamma, mamma, lo sai chi c'è,
è arrivato il Merendero,
è arrivato col sombrero,
è arrivato, eccolo qua.
El Merendero!

 
 
L'è li, l'è là,
l'è là che l'aspettava,
l'è li, l'è là,
l'è là che l'aspettava,
l'è li, l'è là,
l'è là che l'aspettava,
l'è là che aspettava Miguel:
Miguel son mi!
 

Mamma, mamma, lo sai chi c'è,
è arrivato il Merendero,
è arrivato col sombrero,
è arrivato, eccolo qua.
El Merendero!
 


Ma mi, ma mi, ma mi non diso niente
Ma mi, ma mi, ma mi non diso niente
Ma mi, ma mi, ma mi non diso niente
nè diso niente a Miguel:
Miguel son sempre mi!
 


Mamma, mamma, lo sai chi c'è,
è arrivato il Merendero,
è arrivato col sombrero,
è arrivato, eccolo qua.
El Merendero!
 


E ti, e ti e ti non dise niente
E ti, e ti e ti non dise niente
E ti, e ti e ti non dise niente
non dise niente a Miguel:
Miguel son sempre mi!!!
 


Mamma, mamma, lo sai chi c'è,
è arrivato il Merendero,
è arrivato col sombrero,
è arrivato, eccolo qua.
El Merendero!

 

Intervista a Romano Bertola

 
 Nel '67, venne il grande successo del Merendero e di Miguel son mi. Ebbene, dalla Siae risulta che lei scrisse questa canzone con un certo Aldo Lossa… Come è nata questa canzone, ancora oggi così viva nella memoria?
 
Volete proprio sapere la verità? Nacque per un altro prodotto, e questa è una cosa che non sa nessuno! Per la carta carbone Pelikan. La canzone mi fu commissionata dai fratelli Pagot e faceva: “Con la stampa del Pelikan, ti ricordo la carta carbone, ti ricordo la qualità, con la stampa del Pelikan…” Ma alla Pelikan per qualche motivo non piacque, e rimase lì per due o tre anni. Quando nacque il Merendero, mi tornò in mente e riutilizzai la musica cambiando ovviamente il testo. Composte la musica e le parole, si trattava di trovare chi potesse interpretarla. L’agenzia voleva un complesso importante, e si optò per i Marcellos Ferial. Loro la incisero ma vidi che non andava bene per quello che volevo io. Era troppo professionale, troppo freddina. Erano bravissimi interpreti, per carità, (avevano ottimamente eseguito brani come Cuando calienta el sol), ma questa la fecero un po’ troppo pulitina. Io ricordavo invece tre ragazzi che suonavano nelle piole, le osterie di Torino, Los Gildos, e allora dico: io prenderei loro. L’agenzia all'inizio era restia, ma alla fine mi fece provare. Ebbene, eravamo in sala di registrazione quando mi accorsi che non riuscivano a finire la strofa all'unisono. Io a quel punto, senza sapere che c’era il microfono aperto, dissi: "Guardate me! Miguel son mì!". E a quel punto il fonico, dall’altra parte del vetro, si mise a ridere e mi fece ascoltare la registrazione: ecco, questa frase è nata così… con la mia voce, ed è sempre rimasta questa anche se non era incisa bene, come una specie di portafortuna...
 
Quindi la sua voce?
 
La mia voce, sì, la voce di “Miguel son mi” è mia… Così come quella di Jo Condor… “Ecché, c’ho scritto Jo Condor? Ma siamo impazziti??”. Ma anche quella è nata per caso, perché doveva farla Alighiero Noschese. Sennonché in quei giorni Noschese ebbe un raffreddore molto forte e noi dovevamo andare in onda. Io sapevo che la voce doveva essere una specie di Totò arrabbiato, e allora la feci io. Anche quella era incisa molto male, ma l’ho sempre tenuta così. Infatti il sonoro è un po’ frusciato, un po’ intubato.
 
Di chi era l'arrangiamento?
 
Degli stessi Gildos.
 
E a chi aveva attinto per i cori?
 
Qui c’era un coretto di una scuola di Torino, che si chiamava Maffei [si tratta infatti del Piccolo Coro del Maffei ], che oggi mi pare non ci sia più… Il preside della scuola, Giorgio Lupica, era un appassionato di musica e insegnava ai suoi alunni anche delle canzoncine. Così, quando avevo bisogno di bambini, attingevo a questo coro.
 
Più tardi lei realizzò una nuova versione del Merendero…
 
Sì, una seconda serie di caroselli. La prima fu disegnata da Paul Campani, geniale ma se vogliamo fin troppo rarefatto, e di questa ne uscirono tre serie... Poi nel '73 la Talmone volle riprendere il Merendero e a questo punto (non ricordo se Campani non fosse più disponibile) chiamai Anacleto Marosi.

Strumenti Musicali Palma

 

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